Olio d’oliva contaminato da metalli pesanti a Terni

Olio d’oliva contaminato da metalli pesanti a Terni. Italia Nostra e WWF avevano lanciato l’allarme già un anno fa ed ora i nodi vengono al pettine. Il professor Carlo Romagnoli dell’Università di Perugia ha effettuato uno studio su un campione di olive prelevate nei pressi della discarica dell’Ast.

Olio d’oliva contaminato da metalli pesanti a Terni. Italia Nostra e WWF avevano lanciato l’allarme già un anno fa ed ora i nodi vengono al pettine. Il professor Carlo Romagnoli dell’Università di Perugia ha effettuato uno studio commissionato dal GR1 Radio RAI su un campione di olive prelevate nei pressi della discarica dell’Ast.

E così, dopo la diossina nelle uova, Terni rischia davvero di diventare la nuova Taranto. Nelle olive analizzate sono stati rilevati metalli pesanti in quantità superiore da due a dieci volte rispetto al limite consentito dalla legge. Di conseguenza, l’olio di oliva che se ne ricava sarebbe contaminato e pericoloso per la salute.

Le olive sottoposte a test provenivano da quattro oliveti che sorgono nei presi della discarica. Tra i metalli pesanti individuati troviamo nichel, piombo, cromo e arsenico per quanto riguarda il nocciolo, mentre cromo e nichel sono stati rilevati nella polpa delle olive.

Italia Nostra ora chiede dunque il commissariamento della discarica dell’Ast per disastro ambientale. Andrea Liberati di Italia Nostra in un comunicato ha dichiarato che: “Già nel dicembre 2013, unitamente al WWF, avevamo richiesto l’interdizione di coltivazioni e allevamenti rurali in alcune specifiche aree cittadine i cui suoli stavano assorbendo – da decenni – quantità abnormi di nichel, cromo, arsenico e altro. Non stupisce che questi metalli siano finiti a lungo sulle nostre tavole”.

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I fumi provenienti dall’Ast – foto: www.ternioggi.it

La notizia ha raggiunto innanzitutto Radio Rai Nazionale, ma pare che vi sia stata nei mesi precedenti una tendenza ad occultare l’argomento, che in realtà era già noto. Il problema dell’accumulo dei metalli pesanti nelle olive e di conseguenza nell’olio sarebbe legato alla presenza della discarica nelle vicinanze degli oliveti di Terni.

“Oltre a un imbarazzante Ministero dell’Ambiente, da anni avviluppato sulla storia della discarica (con dentro persino la ‘mucca pazza’, secondo quanto riferito in radio!), pervenendo infine a risultati disastrosi come l’allargamento verso la Cascata delle Marmore – anziché bonificarla, come programmato da anni – si registra un grande assente: la Regione dell’Umbria, totalmente assorbita da alchimie elettoralistiche, ma parimenti sorda rispetto ai molteplici appelli che, da anni, associazioni e cittadini levano da Terni su una crisi ambientale così tanto rimossa da giungere ormai allo stadio di contaminazione alimentare” – ha proseguito Liberati.

Ora ci si chiede, visto l’inquinamento profondo di una parte significativa della Conca e di alcuni dei suoi alimenti, come sia possibile riconoscere il marchio DOP ad un olio prodotto ad un passo a una discarica altamente inquinante. La richiesta è che le autorità eseguano un commissariamento e una messa in sicurezza con intervento dello Stato, per poi pensare al rilancio e al risanamento delle aziende.

Marta Albè

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