Pannolini Nappynat sotto accusa per pubblicità ingannevole: sono davvero ecologici o no?

I pannolini Nappynat vengono presentati come ecologici e made in Italy, indubbiamente due caratteristiche importanti ed accattivanti per tutte le mamme attente all’ambiente e alla salute dei propri bambini. L’azienda che li produce è stata però multata per pubblicità ingannevole. Cosa è successo? Questi pannolini sono davvero ecologici?

I pannolini Nappynat vengono presentati come ecologici e made in Italy, indubbiamente due caratteristiche importanti ed accattivanti per tutte le mamme attente all’ambiente e alla salute dei propri bambini. L’azienda che li produce è stata però multata per pubblicità ingannevole. Cosa è successo? Questi pannolini sono davvero ecologici?

Il potere delle mamme dentro e fuori dal web può smuovere davvero le montagne. Prendiamo ad esempio la polemica che si è creata recentemente riguardo ai pannolini Nappynat che per anni sono stati acquistati con la massima fiducia da molte mamme in quanto naturali ed ecologici. Quella dei pannolini “green” è una scelta che sempre più famiglie fanno per preservare la salute dei più piccoli evitando così la presenza di derivati del petrolio e altre sostanze poco raccomandabili con cui vengono realizzati i classici pannolini per bambini.

Ultimamente però sui forum e i blog delle mamme si è creato molto trambusto e allarme in quanto i pannolini Nappynat non rispetterebbero ciò che davvero promettono sulle loro confezioni. Non sarebbero dunque davvero biodegradabili né compostabili e addirittura conterrebbero materie plastiche. Le mamme si sono mostrate particolarmente indignate: c’è chi si è sentita truffata, chi ha notato sfoghi sulla pelle del proprio bambino, chi si lamenta di non poterli buttare nell’organico come invece riteneva opportuno, ecc.

Ma perché tanto allarme? Esattamente un anno fa, nel dicembre 2016, i Nappynat, prodotti dall’azienda Olive Srl di Prato, sono stati multati dall’Agcm (Agenzia garante per la concorrenza e il mercato) per pubblicità ingannevole. L’agenzia ha infatti valutato che le confezioni e le pubblicità dei pannolini sul sito internet riportavano notizie scorrette. L’azienda non aveva infatti a disposizione la dovuta documentazione tecnica e le certificazioni richieste dall’Agcm (a tutt’oggi sono ancora in fase di ottenimento) per provare le caratteristiche tanto decantate di questi pannolini in particolare la biodegradabilità e la compostabilità, per questo è stata condannata a pagare una multa di 35 mila euro.

Le mamme si lamentano però del fatto che, nonostante quanto accaduto, i pannolini incriminati si trovano ancora sugli scaffali e online, dove possono essere tranquillamente acquistati.

In merito alla questione sollevata dalle mamme preoccupate è anche apparso un trafiletto sul Venerdì di Repubblica del 17 novembre 2017 dove si leggeva:

“Mamme alla guerra dei pannolini. Rimbalza sui blog l’allarme per l’ultimo caso di pubblicità non veritiera: pannolini spacciati per ‘100percento naturali’, ‘compostabili’ e ‘biodegradabili’ quando invece contengono materie plastiche e non vanno smaltiti nell’organico. Lo scorso dicembre l’Antitrust ha multato la società produttrice del marchio Nappynat, la Olive Srl di Prato, per aver fatto uso di messaggi pubblicitari ‘ingannevoli’ a danno di mamme sensibili alla salute dei neonati e alla salvaguardia dell’ambiente. L’azienda ha fatto ricorso al Tar del Lazio, che lo ha dichiarato inammissibile. Intanto però i pannolini ‘illegali’ sono ancora in vendita sugli scaffali dei supermercati e sui siti di e-commerce. Così sono le consumatrici a passare parola: ‘Attente non sono ecologici’. Olive Srl, difesa dall’avvocato Giuseppe Consolo, replica: «Forse stanno smaltendo le scorte, la nuova dizione è già stata presentata”.

La risposta dell’azienda

L’azienda è stata ovviamente particolarmente toccata dall’accaduto e difende i propri pannolini. Così ha chiesto di rettificare e fare delle precisazioni, ecco cosa ci ha detto:

“Possiamo garantire innanzitutto che Nappynat ha eseguito diversi test in laboratori accreditati dalla UE e perfettamente in regola con le leggi vigenti in materia, che hanno comprovato la compostabilità dei pannolini. Nel caso specifico, la biodegradabilità del pannolino – secondo quanto previsto dalla norma 13432 UE ed a seguito dei test di laboratorio effettuati – è da intendersi come peculiarità valida esclusivamente negli impianti industriali di smaltimento. Conseguentemente, i pannolini Nappynat, come abbiamo più volte specificato a tutti i clienti che ci hanno posto il quesito e come pubblicato all’interno dell’apposita sezione FAQ presente sul sito www.nappynat.it, non possono essere smaltiti nella compostiera domestica né tantomeno gettati nell’organico poiché in entrambi i casi gli strumenti impiegati non sono in grado di garantire per lunghi periodi di tempo le temperature adatte alla decomposizione del materiale. Nonostante aver dimostrato la biodegradabilità dei pannolini Nappynat tramite i test effettuati dai laboratori accreditati, la denuncia sporta da una multinazionale molto famosa di cui preferiamo omettere gli estremi per questioni legali, ha determinato – da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza AGCM – il giudizio di ingannevolezza della comunicazione pubblicitaria e la conseguente imposizione alla rimozione dell’indicazione di biodegradabilità e compostabilità dalle confezioni dei pannolini Nappynat, con la motivazione che la raccolta differenziata non si effettua in tutta Italia e che, laddove venga eseguita, non presenta norme e indicazioni univoche

Ci teniamo inoltre a precisare che la sentenza pubblicata sul bollettino 47 del 2 gennaio 2017, confermata dal ricorso al TAR, non impone in alcun modo di togliere dal commercio il pannolino in quanto tale, né lo ritiene dannoso per la salute dell’ambiente (non è stato infatti contestato l’aspetto ecologico del pannolino ma solo il claim “100%naturali”, vista la presenza dei velcri di chiusura dei pannolini che non sono fatti di fibra naturale), ma chiede all’azienda di effettuare una variazione nella grafica e nella comunicazione del packaging di prodotto, in modo da ottemperare correttamente a quanto richiesto dall’AGCM. Allo stesso modo, è altrettanto fondamentale ricordare che tutti gli altri prodotti Nappynat (Salviette, Cosmetici, Cotoni, Cerotti, Assorbenti) non sono stati oggetto di sentenza.
In relazione alla questione “ salute dei più piccoli” e delle loro famiglie, la mission aziendale è
sempre stata quella di creare prodotti igienici monouso ipoallergenici, elaborando una formula certificata, priva di parabeni, formaldeide, peg e petrolati per ovviare ai problemi che possono essere generati dai normali prodotti per la cura della persona, causati dai materiali e dalle componenti chimiche che solitamente possono generare patologie, allergie o arrossamenti e che minano la salute cutanea dei nostri piccoli. A dimostrarlo non sono le parole, ma tutte le certificazioni possedute (Nordic Ecolabel, VeganOk,
Allergy Certified) che attestano l’alta qualità dei pannolini e degli altri prodotti Nappynat oltre ai test effettuati secondo le norme europee da laboratori accreditati Accredia per la batteriostaticità e per l’assenza di ftalati.
A completezza di quanto sopra specificato, è possibile visionare tutte le Certificazioni dei prodotti Nappynat alla pagina realtiva alle certificazioni. È importante tuttavia sottolineare che le certificazioni mancanti a cui si fa riferimento all’interno del articolo sono tuttora in corso di ottenimento ed è per tale motivo che l’azienda non ha potuto presentarle di fronte all’AGCM”.

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Questo il link alla sentenza dell’agcm in merito ai pannolini Nappynat.

Ci auguriamo che l’azienda sia in buona fede e renda note al più presto la documentazione e le certificazioni utili (quelle ancora in corso di ottenimento) a chiarire la vicenda e tranquillizzare le mamme.

Francesca Biagioli

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