Tanti giocattoli non servono: il tuo bambino preferisce imitarti facendo le cose per davvero

Avere tanti giochi è indispensabile per i bambini? Certo che no, ora tra l’altro una nuova ricerca ha messo in luce un aspetto molto interessante del modo di giocare dei piccoli: gradiscono molto di più compiere un’attività vera piuttosto che simularla con i propri giocattoli.

Avere tanti giochi è indispensabile per i bambini? Certo che no, ora tra l’altro una nuova ricerca ha messo in luce un aspetto molto interessante del modo di giocare dei piccoli: gradiscono molto di più compiere un’attività vera piuttosto che simularla con i propri giocattoli.

Chi ha figli forse se ne sarà già accorto, soprattutto i più piccoli preferiscono oggetti concreti al posto dei giocattoli e si divertono molto di più quando sono impegnati in un’attività reale del mondo dei grandi piuttosto che fingere di compiere la stessa attività con l’aiuto dei giochi.

Giocare è l’attività per eccellenza della prima infanzia e molti genitori sono convinti che collezionare giocattoli sia un modo utile ad incentivare la creatività e lo sviluppo dei propri figli. Un team di ricerca dell’Università della Virginia ha però scoperto che i bambini preferiscono di gran lunga un modo diverso di giocare.

Stiamo parlando di giochi come cucinare, tagliare della verdura, dare da mangiare ad un bambino, ecc. Tutte cose che si possono fare nella realtà o nella fantasia utilizzando spesso costosi giocattoli.

La professoressa di psicologia UVA, Angeline Lillard, che ha condotto la ricerca in collaborazione con Jessica Taggart e Megan Heise, ha voluto scavare più a fondo per vedere cosa avrebbero fatto i bambini piccoli messi di fronte alla scelta di fare un’attività reale o di imitarla.

Le ricercatrici hanno preso a campione 100 bambini della classe media di età compresa tra 3 e 6 anni e li hanno messi alla prova in 9 scenari diversi. Ai bambini sono state mostrate le foto di due esempi di una stessa attività tra cui dovevano indicare la loro preferita. I piccoli avranno scelto di far finta di cuocere i biscotti o di cuocerli davvero? Di andare a pescare nella realtà o solo nella finzione? Di dare da mangiare ad un bambino vero o ad un bambolotto?

“Quello che abbiamo scoperto è che i bambini hanno scelto in modo schiacciante l’opzione reale – ha dichiarato la dottoressa Taggart – Hanno scelto di fingere in una sola delle nove attività.”

La preferenza per le attività reali è aumentata da 3 anni a 4 anni, poi è rimasta stabile fino all’età di 6 anni.

Ma come mai questa preferenza per la realtà? A questo quesito ha risposto la professoressa Lillard sostenendo che le attività concrete danno ai bambini un senso di realizzazione:

“Che cosa aiuta i bambini a sentirsi come se avessero un ruolo nel mondo, che possono fare qualcosa nel mondo? Se li releghiamo sempre nella finta cucina e nelle finte cose, non stiamo dando loro la possibilità di provare a fare le cose per davvero. In effetti, i bambini ci hanno detto che la ragione per cui volevano fare le cose nella realtà era perché volevano realizzarle. E quando hanno detto che volevano fingere, di solito era perché avevano paura di compiere la cosa reale o sentivano di non essere in grado di farla”.

I genitori però non sono sempre pronti ad accogliere la sfida (addirittura il padre di un bambino che ha partecipato allo studio si è mostrato contrario a coinvolgerlo in attività reali sostenendo che i piccoli non sanno cosa è meglio per loro). Come ha sottolineato la Lillard:

“Ritengo che sia importante che i genitori ricevano il messaggio che i bambini inviano qui. Pensaci: se hai questa scelta, se hai il tempo e la capacità di aiutare i tuoi bambini a farlo per davvero, la vera esperienza potrebbe essere molto significativa per loro”.

Evitiamo quindi di spendere troppi soldi in giocattoli e, quando possibile, trascorriamo più tempo con i nostri figli per passargli un po’ della nostra esperienza e dargli il piacere di fare qualcosa di concreto e utile. Che sia anche utilizzare un coltello con le dovute accortezze e precauzioni.

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Francesca Biagioli

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