Infertilità maschile: l’inquinamento dimezza il numero degli spermatozoi

L'inquinamento incide sulla fertilità, al pari di pesticidi, sostanze chimiche che alterano gli ormoni, dieta, stress, fumo e obesità.

Infertilità maschile: c’entra anche l’inquinamento. Con lo smog, infatti, il numero degli spermatozoi presenti nel liquido seminale risulta dimezzato, con buona pace della fecondità degli uomini.

Se l’inquinamento atmosferico causa milioni di morti premature ogni anno, vi sono prove crescenti dei suoi effetti negativi anche sulla fertilità maschile e si stima che dal 1971 al 2011 l’esposizione ad agenti inquinanti ha causato un dimezzamento di fertilità nell’uomo occidentale.

Da questo assunto prenderà il via il primo Congresso nazionale sulla procreazione medicalmente assistita, organizzato da Luca Mencaglia, medico specialista in Ginecologia e Ostetricia e direttore Unità operativa complessa Centro Pma USL sud-est Toscana, in programma alla Leopolda di Firenze il 23 e 24 febbraio.

La fertilità maschile è minata principalmente dalle polveri sottili, le Pm10, mentre le donne sono più soggette ad un abuso o ad un uso poco attento di alcuni farmaci, come l’ibuprofene. Non dimentichiamoci, però, di quegli elementi di tossicità che possono riguardare entrambi i sessi, come quelli contenuti in alcuni alimenti o in alcuni tipi di bevande.

Gli studi sugli spermatozoi

Le più importanti ricerche degli ultimi mesi hanno suggerito una forte correlazione tra inquinamento atmosferico e riduzione degli spermatozoi.

In uno studio dell’Università cinese di Hong Kong, si evidenzia come la “vita moderna” sia stata la causa di un calo del 60% nella conta spermatica nei paesi occidentali in soli 40 anni e suggerisce che un “numero significativo di coppie” potrebbe soffrire di infertilità risultante dall’inquinamento atmosferico.

L’inquinamento atmosferico è il più grande rischio per la salute ambientale del mondo”, ha affermato Lao Xiang Qian, autore principale dello studio e ricercatore all’Università cinese di Hong Kong.

Quando respiriamo in una zona con alti livelli di inquinamento atmosferico, particelle fini contenenti sostanze chimiche tossiche come i metalli pesanti passano nei nostri polmoni, consentendo loro di entrare nel flusso sanguigno. Da lì, possono causare danni allo sperma.

Per indagare su questa possibilità, Lao e il suo team hanno preso i dati sulla qualità dello sperma di 6.500 uomini tra i 15 e i 49 anni a Taiwan, e li hanno confrontati con i livelli di particolato fine ai loro indirizzi di casa. Quella che hanno trovato è stata una forte associazione tra alti livelli di inquinamento dell’aria e una forma spermatica anormale: gli uomini maggiormente esposti alle polveri sottili, cioè, avevano spermatozoi con dimensioni e forme alterate.

Gli effetti erano relativamente piccoli, ma data la prevalenza dell’inquinamento atmosferico, i ricercatori possono ben pensare che anche i piccoli cambiamenti che ne derivano potrebbero presentare un’importante sfida per la salute pubblica.

Gli autori ritengono probabile che il responsabile dell’alterazione degli spermatozoi sia il cadmio, un metallo particolarmente tossico, presente nell’aria contaminata da gas di scarico, fumo di sigaretta e incendi.

In un’altra revisione scientifica, non solo inquinamento ma anche pesticidi, sostanze chimiche che alterano gli ormoni, dieta, stress, fumo e obesità sono tutti “associati plausibilmente” al problema della infertilità.

In questo caso, i ricercatori – provenienti da Israele, Stati Uniti, Danimarca, Brasile e Spagna – hanno concluso che il numero totale di spermatozoi è sceso del 59,3% tra il 1971 e il 2011 in Europa, Nord America, Australia e Nuova Zelanda, mentre la concentrazione di sperma è diminuita del 52,4%.

La stessa tendenza non è stata osservata in altre parti del mondo come il Sud America, l’Africa e l’Asia.

Il numero di spermatozoi e altri parametri dello sperma sono stati associati plausibilmente a molteplici influenze ambientali, tra cui sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino, pesticidi, calore e stile di vita, tra cui dieta, stress, fumo e indice di massa corporea”.

Va da sé, quindi, che il numero di spermatozoi può riflettere sensibilmente gli impatti dell’ambiente moderno sulla salute maschile per tutto il corso della vita.

I prodotti chimici più legati alla riduzione del numero di spermatozoi? Dagli studi emergono quelli usati per rendere la plastica più flessibile e i ritardanti di fiamma utilizzati nei mobili. Questi possono entrare nella catena alimentare dopo essere stati presi dalle piante o mangiati dagli animali.

Insomma, le sostanze inquinanti che respiriamo, così come quelle presenti negli alimenti o negli oggetti di uso comune come i detergenti o i cosmetici, interferiscono quotidianamente (anche) sulla nostra capacità riproduttiva.

Cosa fare? Ridurre noi stessi, singolarmente, il nostro impatto ambientale. Sembrerà cosa di poco conto, ma invece sono soltanto benefici quelli che potremo ricavarne.

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Germana Carillo

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