Schiave del peso: la triste storia delle spose bambine costrette a ingrassare per trovare marito

La mancanza di rispetto e l’annullamento di ogni diritto passano anche dal non poter scegliere se mangiare o no. In Mauritania, le ragazzine sono obbligate a ingrassare per trovare marito, perché qui ‘grasso è sinonimo di ricchezza’.

La mancanza di rispetto e l’annullamento di ogni diritto passano anche dal non poter scegliere se mangiare o no. In Mauritania, le ragazzine sono obbligate a ingrassare per trovare marito, perché qui ‘grasso è sinonimo di ricchezza’.

Una ragazza troppo magra è addirittura motivo di disonore per la propria famiglia d’origine così chi ha un fisico asciutto viene costretta alla pratica del leblouh, che senza tanti giri di parole ricorda l’ingrasso a cui sono sottoposti gli animali negli allevamenti intensivi.

Le bambine e le ragazzine vengono sottoposte a una pratica assurda, perché qui siamo ben lontani da una dieta ricostituente fatta per motivi di salute. Rinchiuse in strutture speciali sono costrette a ingozzarsi dalla mattina alla sera. Succede soprattutto nei piccoli villaggi rurali dove le bambine devono mangiare fino alla nausea per diventare grasse e trovare facilmente un marito.

Si passano così le ore a ingozzarsi di cous cous, latte di capra o di mucca e altri cibi ipercalorici. Le bambine sono controllate a vista per evitare che vomitino: una donna sta con loro tutto il giorno ed è pronta a bastonarle al minimo cenno di sfinimento.Future spose bambine e future donne con gravi problemi di salute: disagio psicologico, diabete, disturbi cardiaci e ipertensione. Il tutto per piacere agli uomini. Donne costrette a cambiare, ad annullarsi senza possibilità di ribellione.

Una pratica che ha origini antichissime, ma che fortunatamente in molte zone della Mauritania non si usa più, ma in tante altre si. Oltre al cibo vengono utilizzati dei farmaci veterinari che aumentano la massa corporea e hanno effetti collaterali devastanti.

Perché le donne devono essere grasse? Perché in Mauritania, magro è sinonimo di miseria.

Come racconta Peace Reporter, ad Atar un piccolo centro vicino al Sahara, ci sono dei veri e propri “allevamenti di ragazze grasse”,veri e proprio istituti di pena dove le bambine scontano la colpa di essere magre o di non essere obese.

“Tre mesi d’inferno, tanto dura la “cura”, di violenze fisiche e psicologiche per le piccole che si rifiutano di mangiare o si permettono di vomitare. Le anziane custodi portano le ragazzine a pesare tra i 60 e i 100 chili nel giro di pochi mesi e incassando per ognuna di loro poco meno di 150 euro, che le famiglie pagano volentieri per far sposare presto, e bene, le loro figlie”.

E quando escono da li, sono bambine diverse e per loro inizia una vita di moglie e madre.

Addio a scuola, amici e sogni.

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