Nellie Bly, la giornalista che si fece rinchiudere in manicomio per denunciare i maltrattamenti sulle donne

Nellie Bly la reporter statunitense passata alla storia perché si fece rinchiudere in manicomio, fingendosi malata di paranoie, per documentare ciò che accadeva al suo interno.

Il giornalismo investigativo sotto copertura si deve proprio a lei: Nellie Bly la reporter statunitense passata alla storia perché si fece rinchiudere in manicomio, fingendosi malata di paranoie, per documentare ciò che accadeva al suo interno. Questa è la storia di una giornalista che cambiò la storia, andando contro ogni regola.

Dieci giorni in manicomio (linkaffiliazione), tra le internate per raccontare l’inferno, la paura e le angosce di chi ci finiva dentro. Correva l’anno 1887 e una giovanissima reporter aveva deciso di scrivere ciò che nessuno aveva mai osato far sapere.

Elizabeth Jane Cochran, conosciuta come Nellie Bly era nata nel 1864 a Burrell. Il suo nome è divenuto famoso anche perché nel 1890 era partita per il giro del mondo per conoscere ciò che Jules Verne aveva fatto con le parole.

La donna ci mise solo 72 giorni e viaggiò da sola, dimostrando tenacia, coraggio e intraprendenza, ma soprattutto andando contro ogni regola del tempo che sicuramente attribuiva al genere femminile ben altri ruoli.

Per capire chi era Nellie Bly dobbiamo partire dal principio. Nel 1885 nel Pittsburgh Dispatch esce un articolo dal titolo What Girls Are Good For, ovvero a che cosa servono le ragazze. Un articolo in cui si parla della donna e del suo ruolo domestico: l’angelo del focolare domestico, lavare, cucinare e crescere i figli.

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Al giornale arrivano centinaia di lettere di protesta, ma solo una colpisce il direttore George Madden. È firmata Little Orphan Girl, eppure Madden è convinto che ad averla scritta sia stato un uomo. Pubblica così un annuncio per proporgli un lavoro, ma a presentarsi è la 21enne Elizabeth Cochran.

Ottiene una scrivania, ma deve usare uno pseudonimo: Nellie Bly. Inizia così a scrivere di sfruttamento, lavoro minorile, condizione della donna e sicurezza sul lavoro. Si batte per il divorzio e diviene un’icona di emancipazione. Ma arrivano anche i problemi: il mondo della finanza minaccia di non finanziare più il giornale se Nellie Bly continua a fare le sue inchieste.

La reporter finisce nella pagine di moda e giardinaggio. Riesce a farsi poi mandare in Messico come corrispondente ma in pochi mesi è di nuovo negli Stati Uniti: il governo messicano la espelle per aver pubblicato la storia di un giornalista imprigionato dal presidente Porfirio Diaz per averlo criticato.

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Ma Nellie non ce la fa a tornare a scrivere di giardinaggio. Lascia il giornale e si fa assumere da Joseph Pulitzer al New York World e qui che si fa ricoverare per dieci giorni al manicomio di Blackwell’s Island.
Racconta di soprusi, violenze, maltrattamenti.

La sua inchiesta porta alla riforma dei manicomi e diviene la migliore reporter d’America.

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