Riportata ‘alla luce’ antica città romana senza scavi, usando un radar GPR

Un'antica città romana è stata mappata grazie alla tecnologia del radar a penetrazione del suolo che ha permesso di avere immagini dettagliate

Grazie alla tecnologia del radar a penetrazione del suolo, è stata mappata per la prima volta un’antica città romana senza necessità di aprire uno scavo. Si tratta di Falerii Novi, a 50 chilometri da Roma.

Un mercato, un tempio, un complesso termale e persino una grande rete di condotte d’acqua. Per la prima volta, un gruppo di ricerca ha mappato con precisione un’antica città romana senza spostare una sola pietra, quindi senza l’apertura di uno dei classici scavi di cui siamo abituati a parlare quando si tratta di scoperte archeologiche.

Gli scienziati dell’Università di Cambridge (Gran Bretagna) e Gand (Belgio) hanno utilizzato un radar a penetrazione del suolo (GPR) per sondare Falerii Novi in profondità e scoprirne tutti i dettagli sepolti. Sono riusciti in questo modo a mappare l’antica città romana, rivelando immagini altamente dettagliate e tridimensionali.

L’innovativa tecnologia utilizzata funziona sostanzialmente così: il GPR (posizionato dietro un quad) invia onde radar nel terreno e ne riceve il “rimbalzo” quando vi sono strutture nascoste in profondità nel terreno. Gli archeologi hanno esaminato 30,5 ettari complessivi inviando onde radar ogni 12,5 centimetri, il che gli dava la possibilità di analizzare il sito in maniera estremamente accurata.

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@ Antiquity

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@ Antiquity

“è la prima volta che questa tecnologia viene utilizzata per mappare un’intera città”, ha dichiarato a AFP Martin Millett dell’Università di Cambridge, coautore dello studio pubblicato su Antiquity. 

Situata nel Lazio, a una cinquantina di chilometri da Roma, la città romana fu occupata per la prima volta intorno al 240 a.C. e rimase abitata per molto tempo (fino al 700 anni d.C). Era già stata oggetto di studi negli anni ’90 ma ora, grazie al GPR, i ricercatori hanno potuto sondare profondità diverse e in particolare capire come la città si è evoluta nel corso dei secoli.

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@ Antiquity

Secondo i dati ottenuti:

“il piano di Falerii Novi risulta essere molto meno standardizzato rispetto a quello di molte altre città romane, ad esempio Pompei. Il tempio, l’edificio del mercato e il complesso termale, scoperti durante questa ricerca sono architettonicamente più elaborati di quanto ci si aspetterebbe da una piccola città”.

I ricercatori hanno anche scoperto una sorprendente serie di tubature dell’acqua. I tubi attraversano gran parte di Falerii Novi, passando persino sotto gli isolati e non solo lungo le strade, come spesso accadeva nelle antiche città.

Inoltre, gli esperti affermano che le loro ricerche hanno rivelato l’esistenza di un percorso intorno alla periferia della città che è stato probabilmente usato come via processionale religiosa. Un percorso che, probabilmente, non sarebbe stato scoperto dai più classici scavi e di cui faceva parte anche un misterioso monumento pubblico “grande e spettacolare”, fiancheggiato da colonnati e contenente due edifici più piccoli con nicchie per statue o fontane.

Nessuno ha ancora ben capito di cosa si tratti ma Millet sostiene possa essere collegato alle pratiche religiose e culturali dei Falisci, popolo che abitava questa parte d’Italia prima che venisse conquistata dai romani.

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@ Antiquity

“L’incredibile livello di dettaglio che abbiamo raggiunto a Falerii Novi e le sorprendenti caratteristiche che il GPR ha rivelato suggeriscono che questo tipo di studio potrebbe trasformare il modo in cui gli archeologi indagano sui siti urbani”, osserva Martin Millett.

Ma il lavoro rimane comunque a lungo termine: analizzare l’enorme quantità di dati accumulati dal GPR può richiedere diversi mesi. Si tratta comunque di uno studio importante che ha mostrato il potenziale che questa tecnologia ha e che potrebbe rivoluzionare gli studi archeologici dei siti urbani, aiutando anche gli esperti a capire come funzionavano tali siti.

Millet è convinto che la nuova tecnica potrebbe anche essere usata per esaminare siti più grandi come Mileto in Turchia, Nicopoli in Grecia o Cirene in Libia.

Fonte: Antiquity / Afp

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