I ragazzi italiani inventano l’alveare hi-tech che protegge le api (VIDEO)

Rivoluzionare l’apicoltura per trovare nuove cure e aiutare le api attraverso la tecnologia. Questa la mission di 3Bee, il primo progetto italiano che si pone come ambizioso obiettivo, quello di salvaguardare gli alveari proteggendo l’ambiente

Rivoluzionare l’apicoltura per trovare nuove cure e aiutare le api attraverso la tecnologia. Questa la mission di 3Bee, il primo progetto italiano che si pone come ambizioso obiettivo, quello di salvaguardare gli alveari proteggendo l’ambiente.

L’idea è di tre ricercatori Niccolò Calandri, Riccardo Balzaretti ed Elia Nipoti che grazie a studi e competenze differenti, hanno progettato la realizzazione di un dispositivo elettronico per il monitoraggio degli alveari di apis mellifera.

“Il dispositivo permetterà di interpretare i bisogni delle api, ascoltando suoni, odori, temperatura, umidità dell’alveare hi-tech, già ribattezzato Hive-Tech che sarà in grado di salvaguardare le api da un ambiente sempre più ostile”, spiega a greenMe.it Niccolò Calandri.

Vi abbiamo più volte parlato delle api, di come siano indispensabili alla sopravvivenza del Pianeta e di come negli ultimi anni, a causa di pesticidi e antibiotici, stiano scomparendo sempre di più.

api progetto salvaguardia

A Sidney il ventisettenne Niccolò è entrato in contatto con un mondo diverso: quello che ancora investe nella cura dell’ambiente naturale.

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“Le api sono fulcro e motore, sentinelle della biodiversità, nonché operose amiche dell’uomo grazie alla loro instancabile produzione. Avendo da sempre una passione viscerale per la natura che mi circonda, ritornando in Italia ho deciso di salvare le api!”, dice a greenMe.it.

api progetto salvaguardia2

Così assieme a Riccardo ed Elia, inizia l’avventura di trovare un ‘rimedio 4.0′ alla moria di api.

“Ho così creato un innovativo sistema di monitoraggio elettronico da applicare all’alveare, capace di rivelare informazioni che potranno essere condivise da chiunque voglia proteggere le api: ricercatori, apicoltori come pure consumatori”, continua Niccolò.

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“Il sistema analizza parametri come la qualità dell’aria, lo spettro sonoro all’interno dell’arnia ed altri parametri vitali delle api, in modo tale che il network di ‘paladini delle api’ connesso a 3Bee possa controllarne le condizioni di salute”.

Una tecnologia che è completamente auto-sostenibile perché non solo sfrutta l’energia solare, ma si autoalimenta economicamente.

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“Tutti potranno trasformarsi in ‘angeli custodi dell’arnia’ semplicemente acquistando i prodotti certificati che le api fabbricheranno all’interno degli alveari 4.0, così da contribuire all’installazione di nuovi sistemi 3Bee. Un effetto contagio alleato dell’ambiente”.

Per trasformare il progetto in realtà, i tre ricercatori hanno lanciato il crowdfunding Adotta un alveare Hi-Tech”.

Sembra proprio di essere dentro l’episodio di Hated in the nation di Black Mirror, che ci parla di un futuro, tutt’altro che fantascientifico, in cui le api sono scomparse e le città sono abitate dalla loro versione tecnologica sotto forma di piccoli droni insetto, che, però, a un certo punto verranno manovrati per scopi tutt’altro che benefici: uccidere le persone. Ma Niccolò ci tranquilizza:

“Il nostro dispositivo anche se hackerato, non può arrecare danni di nessun tipo né all’alveare né alle persone”.

Dominella Trunfio

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