Tim sconfitta dalla class action contro le bollette a 28 giorni, ecco come chiedere il rimborso

La Corte di Cassazione ha confermato la vittoria della class action di consumatori contro Telecom e le sue bollette a 28 giorni. La compagnia ha reso note le modalità per poter chiedere il rimborso

Tim perde in Cassazione contro la class action del Movimento Consumatori che aveva denunciato la pratica delle bollette a 28 giorni. La sentenza c’è già stata a febbraio scorso ma l’operatore di telefonia solo recentemente ha inviato ai clienti una raccomandata per poter chiedere il rimborso.

Ma partiamo dall’inizio. Il Movimento Consumatori ha intrapreso azioni legali per porre fine all’utilizzo delle clausole di pagamento ogni 4 settimane anziché mensilmente, molto comune nel 2018, nei contratti di telefonia fissa e nei servizi correlati di Tim. L’obiettivo della denuncia era ottenere un accertamento della violazione di tali clausole e garantire il diritto dei consumatori di richiedere il rimborso.

Dopo che i consumatori hanno ottenuto una vittoria in appello, Tim ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, sostenendo che la libertà di determinare le condizioni economiche di un contratto fosse stata violata. Tuttavia, la Corte Suprema ha respinto questa argomentazione, dichiarando che la condotta adottata era contraria ai principi generali di correttezza e buona fede contrattuale.

La Cassazione ha sottolineato che il consumatore non può essere considerato come un individuo sempre vigile e analitico nel processo decisionale. Di conseguenza, Tim ha perso la causa (sentenza 4182).

Dopo che la Corte ha dato ragione ai consumatori, come già preannunciavamo, Tim ha inviato una raccomandata ai suoi clienti, fornendo loro informazioni cruciali su come richiedere un rimborso.

Nel documento inviato, Tim ammette esplicitamente l’illegittimità della sua pratica di fatturazione a 28 giorni, anziché mensilmente, attuata a partire dal 1º aprile 2017. Questa pratica, come ammesso dalla stessa società, va a ledere i diritti e gli interessi collettivi dei consumatori, violando diversi principi fondamentali sanciti dal Codice del Consumo e dalle normative sulle comunicazioni elettroniche.

L’adozione della bolletta a 28 giorni è stata ingannevole e scorretta anche perché rendeva difficile per i consumatori valutare adeguatamente le altre offerte e confrontarle tra loro. Questo ha reso anche problematico l’esercizio del diritto di recesso gratuito in caso di cambiamenti unilaterali delle condizioni del servizio da parte dell’operatore telefonico.

Come chiedere il rimborso

Per risolvere questa situazione, Tim ha reso possibile chiedere il rimborso online sul suo sito web, consentendo ai clienti di compilare un modulo dedicato e fornendo un codice unico per ogni richiesta.

Come specificato dall’azienda in una comunicazione inviata ai clienti, bisogna entrare nella sezione “Tim sempre al tuo fianco” e compilare il modulo dedicato, inserendo il codice unico 089261049996.

Sul sito Tim si legge:

è possibile chiedere il rimborso o un servizio compensativo gratuito contattando il Servizio Clienti 187 oppure accedendo all’Area MyTIM. Si precisa che non è necessario essere ancora clienti TIM per chiedere il rimborso.

In tutta questa questione, però, anche altre compagnie erano convolte (Vodafone, WindTre e Fastweb) che hanno allo stesso modo attivato procedure per consentire ai propri clienti di richiedere il rimborso per le bollette a 28 giorni.

Questa decisione segue una lunga battaglia legale durata anni e una serie di multe inflitte dall’Antitrust agli operatori coinvolti. Le sanzioni sono state recentemente ridotte, ma rimane il fatto che l’obbligo di fatturazione mensile, come sottolineato anche dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, non è lesivo dei diritti degli operatori di servizi di telefonia.

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Fonti: Corte di Cassazione / Tim

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