Se non riesci a staccarti dal telefono, ti spiego come fare in 7 semplici mosse (io sono rinata)

Partendo dalla mia esperienza di disintossicazione dallo smartphone, vi svelo qualche strategia utile per ripristinare una relazione sana con questo dispositivo tecnologico

Lo smartphone è diventato ormai parte integrante della nostra vita e sembra quasi che ci sia diventato indispensabile per compiere attività quotidiane durante le quali prima potevamo farne tranquillamente a meno.

Al di là dell’aspetto patologico della dipendenza dallo smartphone, ci sono anche aspetti che spesso non vengono contemplati quando si parla di dipendenza dagli strumenti digitali – come per esempio un calo della produttività, disturbi del sonno, stress, scarsa concentrazione, minore socialità nelle relazioni con gli altri.

Insomma, essere dipendenti dallo smartphone e utilizzarlo in maniera ossessiva per molte ore durante la nostra giornata ci limita nelle nostre possibilità espressive, produttive e creative, danneggia la nostra vita sociale e ha delle conseguenze anche sulla nostra salute fisica.

Ma nel resto, se è vero che l’utilizzo del nostro smartphone è frutto di un’abitudine o di una serie di abitudini sbagliate, è vero anche che possiamo mettere in atto nuove abitudini per eliminare questa dipendenza tecnologica dalla nostra esistenza e vivere delle giornate più intenzionali e piene.

Come fare tutto questo? Ecco sette piccoli consigli che io stessa ho provato a mettere in pratica per stabilire una relazione più sana con il mio dispositivo tecnologico.

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Disattiva le notifiche

Interrompere il continuo susseguirsi di trilli e suonerie è il primo passo che ho messo in pratica per staccarmi dalla dipendenza dal mio smartphone.

Come facciamo ad essere concentrati su ciò che stiamo facendo, sia esso studio o lavoro, se il nostro telefono suona continuamente e noi siamo continuamente spinti dalla curiosità di scoprire chi ci ha mandato un messaggio, chi ha messo like al nostro post su Instagram?

Le impostazioni dello smartphone ci permettono di silenziare le notifiche di specifiche app, lasciando attive altre: in questo modo potremo dire stop a notifiche inutili che ci fanno perdere solo tempo, lasciando comunque attive quelle importanti per lo studio o il lavoro.

Poniti limiti e regole

Se vogliamo rieducarci a un utilizzo consapevole dello smartphone, dobbiamo darci delle regole (e rispettarle). Ecco quelle che ho introdotto nella mia vita.

Mai in bagno

Portarsi il telefono fin dentro al bagno e sprecare tempo prezioso seduti sul gabinetto a scrollare sui social o a guardare video divertenti: quante volte è successo? A me moltissime.

Ecco perché ho deciso di vietarmi di portare lo smartphone in bagno: in questo modo starò in questa stanza solo per il tempo necessario a espletare i miei bisogni fisiologici, e potrò trascorrere qualche momento da sola con i miei pensieri senza che il mio cervello sia costantemente stimolato.

Leggi anche: Ecco perché non dovresti mai portare il cellulare con te quando vai in bagno

Mai durante i pasti

Si tratta di un limite spesso imposto agli adolescenti, che si rifugiano nello smartphone per sfuggire alla conversazione a tavola, ma quante volte capita anche a noi adulti?

Trascorrere il momento del pasto con gli occhi fissi sullo schermo, oltre a essere un segnale di maleducazione nei confronti dei nostri commensali, è la manifestazione palese di una dipendenza dallo smartphone che dovrebbe preoccuparci.

Vuol dire, in altre parole, che non siamo in grado neppure di affrontare due chiacchiere con il nostro partner o con la nostra famiglia, o che non riusciamo a trascorrere un momento di tranquilla solitudine se mangiamo soli.

Inoltre, cosa da non sottovalutare, se ci distraiamo mentre mangiamo (con lo smartphone, ma anche guardando la TV) il nostro cervello non presterà attenzione all’azione del mangiare e noi ci ritroveremo a fine pasto ancora affamati, oppure a mangiare più del dovuto.

Leggi anche: Mangiare mindfulness: 9 tipi di fame che dobbiamo imparare a soddisfare, prendendoci il giusto tempo

Mai di mattina

Le prime ore della giornata sono, di solito, anche quelle più produttive per quanto riguarda lo studio o il lavoro: trascorrere anche solo pochi minuti scrollando sui social network prima di mettersi all’opera distrugge la nostra capacità di concentrazione e affievolisce la nostra motivazione.

Per questo motivo, ho deciso di non accedere ai contenuti proposti dal mio smartphone almeno fino a metà mattina – e la mia produttività è migliorata moltissimo!

Mai a letto

Ultima regola che mi sono imposta è quella di non portarmi mai il cellulare a letto, per non cadere nella tentazione di utilizzarlo – tanto la sera prima di addormentarmi quanto al mattino appena sveglia.

I motivi di questa mia scelta sono due:

  • a sera, le luci blu dello schermo illudono il mio cervello che sia ancora giorno e inibiscono il rilascio di melatonina, l’ormone del sonno;
  • al mattino, scrollare senza scopo sui social e leggere le notizie come prima azione quotidiana mi rende scarica, poco motivata e di pessimo umore.

Se state per obiettare che utilizzare il cellulare come sveglia o come torcia per andare in bagno durante la notte, vi basterà investire qualche euro nell’acquisto di una sveglia e di una torcia, tenendo il cellulare (spento!) fuori dalla vostra portata.

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Non prendere il telefono durante le piccole pause

Capita a tutti di essere costretti a piccole pause noiose in cui non abbiamo nulla da fare: magari in fila al supermercato o alla posta, nella sala d’attesa del medico, in attesa del nostro treno.

In questi momenti, la tentazione di mettere la mano in tasca e tirare fuori il cellulare per contrastare la noia e tenerci occupati – ma dobbiamo essere forti e resistere.

Facciamo qualche respiro profondo e intenzionale, proviamo a guardarci intorno, osserviamo le altre persone e scambiamo qualche chiacchiera; in alternativa, se sappiamo che dovremo trascorrere del tempo in attesa, arricchiamo il tempo morto con la compagnia di un buon libro.

Ricordiamo che essere annoiati e non pensare a nulla, ogni tanto, ci fa bene, perché ci permette di “decomprimerci” e allentare lo stress che si accumula nella nostra mente e che non ci dà pace.

Ma non solo: la noia porta a sviluppare naturalmente idee creative e soluzioni ai problemi alle quali non abbiamo ancora pensato.

Cambia le impostazioni di blocco

Anche rendere più difficile accedere alle funzioni dello smartphone è uno stratagemma utile a interrompere il circuito della dipendenza. Se il dispositivo è facile da sbloccare, grazie all’impronta digitale o al semplice trascinamento, ci vorrà un attimo per iniziare a utilizzarlo.

Ho provato a mettere un’impostazione di blocco più complessa, come quella della password o dei puntini da unire in una certa sequenza – e il tempo che mi separa dalle amate app si è fatto più lungo.

Questo piccolo intervallo mi permette di fermarmi un attimo a chiedere: perché sto sbloccando il cellulare? ne ho veramente bisogno?

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Esci senza telefono

Oggi sembra impossibile, ma c’è stato un tempo (non molto lontano, in realtà) in cui le persone uscivano di casa senza telefono e senza la possibilità di essere rintracciate in ogni istante.

Lo hanno fatto i miei genitori prima di me, e io stessa lo facevo quando ero studentessa, prima che gli smartphone si imponessero così tanto nella nostra quotidianità fino ad alterarla in modo irreversibile.

Se stiamo uscendo per una commissione veloce, o siamo al cinema con il nostro partner, o stiamo andando a correre, abbiamo davvero bisogno di portarci dietro lo smartphone? Ci basterà avvisare i familiari più stretti della nostra uscita, nella quale saremo irreperibili, e il gioco è fatto!

Metti il telefono in un’altra stanza

Ultimo trucchetto che ha cambiato profondamente la mia relazione con lo smartphone è quello di lasciarlo sempre in una stanza diversa da quella in cui mi trovo: per esempio, se sono nella mia stanza a lavorare, lo lascio sul tavolo della cucina o nel salotto.

In questo modo, sarà abbastanza vicino da sentire se suona (solo per chiamate e messaggi importanti, avendo silenziato il resto delle notifiche inutili) ma abbastanza lontano perché io non cada nella tentazione di prenderlo continuamente in mano e distruggere così la mia concentrazione.

Conclusioni

Disintossicarsi dall’uso dello smartphone è un percorso lungo e non facile – e io stessa non sono arrivata ancora ad avere una relazione sana e proficua con questo strumento tecnologico utilissimo per molti aspetti, ma che può trasformarsi in una macchina infernale che ruba il tempo e distrugge la concentrazione.

Se anche voi volete imbarcarvi in questa impresa, iniziate introducendo un’abitudine alla volta e non arrabbiandovi troppo con voi stessi se non riuscirete a essere efficienti al 100%.

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