C’è un “buco” misterioso nell’Oceano Indiano: gli scienziati sembrano aver capito quale sia la sua origine

La deriva dei continenti, che ha portato alla Terra come la conosciamo oggi, sarebbe all'origine della più importante anomalia gravitazionale del Pianeta

Nel cuore dell’Oceano Indiano ci sarebbe un “buco” profondo alcune centinaia di metri – ma non si tratta di un vortice in grado di risucchiare l’acqua oceanica (come farebbe lo scarico di un lavandino): è un punto della crosta terrestre in cui la gravità terrestre è inferiore alla media.

Finora il motivo di questa anomalia nelle profondità dell’oceano era sconosciuto, ma ora gli scienziati sembrano averne scoperto l’origine misteriosa: pennacchi di roccia fusa che si alzano dalle profondità dell’Africa ai bordi dei resti che affondano di un antico letto oceanico.

La Terra non è perfetta

Come sappiamo, il nostro Pianeta non ha una forma perfettamente sferica: è schiacciata ai due poli e più larga in corrispondenza dell’equatore. Inoltre, le aree del mondo esercitano una diversa attrazione gravitazionale a seconda della massa della crosta terrestre, del mantello e del nucleo sottostante.

Le misurazioni della gravità locale sono diventate sempre più precise negli anni, e hanno permesso ai ricercatori di individuare dei punti del globo in cui la gravità è più o meno alta.

Uno degli abbassamenti più marcati (e famosi) della forza di gravità si trova nell’Oceano Indiano, ed è chiamato Indian Ocean Geoid Low (IOGL): esso copre più di tre milioni di chilometri quadrati e si trova a circa 1.200 km a sud-ovest della punta meridionale dell’India.

IOGL fu scoperto alla fine degli anni ’40 del secolo scorso durante un’esplorazione condotta dal geofisico olandese Felix Andries Vening Meinesz ed esplorazioni successive ne hanno confermato l’esistenza, ma finora era sconosciuto il motivo per cui questo abbassamento esistesse.

buco nell'oceano

@Geophysical Research Letters

L’origine del “buco”

Secondo uno studio appena pubblicato, che ha messo a confronto decine di modelli computerizzati che descrivono la formazione della regione e immaginano i movimenti delle placche tettoniche, alla base dell’IOGL ci sarebbe un “blob”.

Il blob è una massa anomala presente nel mantello profondo della Terra (la regione sotto la crosta terrestre) e che sono in grado di alterare le onde sismiche.

In pratica, quando le onde sismiche generate dai terremoti viaggiano attraverso queste zone del mantello, esse rallentano, e questa decelerazione indica che c’è qualcosa di diverso nel mantello in questo punto (densità o temperatura del materiale).

Nel mantello profondo del nostro Pianeta sono stati individuati due blob: uno si trova sotto l’Africa, mentre l’altro è quasi esattamente opposto al primo, ovvero sotto l’Oceano Pacifico.

Ma questi due blob non si comportano allo stesso modo: uno studio pubblicato lo scorso anno ha dimostrato che il blob “africano” è molto più vicino alla superficie e più instabile rispetto a quello che si trova sotto il Pacifico.

Il blob africano potrebbe essere alla base anche del “buco gravitazionale” presente nell’oceano Indiano: esso, secondo i ricercatori, sarebbe costituito dai resti del fondale marino dell’antico Oceano Tetide, che si trovava tra i continenti di Laurasia e Gondwana più di 200 milioni di anni fa (era del Triassico).

In quel tempo, Africa e India erano unite insieme nel supercontinente Gondwana: la loro separazione, avvenuta circa 120 milioni di anni fa, avrebbe provocato non solo la formazione dell’Oceano Indiano, ma anche quella dell’IOGL.

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Fonte: Geophysical Research Letters

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