C’è un vasto deposito di acqua ghiacciata all’equatore di Marte: la scoperta rivoluzionaria di un radar italiano

Scoperta eccezionale all'Equatore di Marte: la sonda Mars Express dell'ESA rivela una vasta presenza di ghiaccio d'acqua sotto la superficie del pianeta, una delle maggiori quantità mai trovate fuori dai Poli marziani

Una scoperta straordinaria ha segnato un nuovo capitolo nella ricerca spaziale: l’Equatore di Marte nasconde immense quantità di ghiaccio d’acqua. Questo ghiaccio, estendendosi per chilometri sotto il terreno, rappresenta la più grande riserva d’acqua mai individuata a queste latitudini, seconda solo a quelle rilevate nei Poli del pianeta. L’origine di queste riserve risale a un’era climatica completamente differente dall’attuale. Il merito di questa sorprendente scoperta va alla sonda Mars Express dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), lanciata nel 2003 per indagare i misteri di Marte. Grazie a un’analisi approfondita, la sonda ha potuto chiarire la composizione di alcune delle strutture più enigmatiche del pianeta, rivelando che vasti strati di ghiaccio si celano a diversi chilometri sotto la superficie marziana.

Equipaggiata con l’innovativo radar Marsis, la sonda Mars Express ha rappresentato un punto di svolta nella ricerca. Marsis, sviluppato da Thales Alenia Space (una joint venture tra Thales e Leonardo), è stato realizzato presso lo stabilimento Leonardo di Campi Bisenzio, vicino a Firenze. Questo strumento, montato sulla sonda, ha permesso una dettagliata esplorazione del suolo marziano. Secondo l’ESA, si tratta della “più grande quantità d’acqua mai trovata in questa parte del pianeta”.

Un contributo italiano nella scoperta marziana

Più di 15 anni fa, Mars Express aveva già esaminato la Formazione Medusae Fossae (MFF), rivelando depositi profondi fino a 2,5 chilometri. Inizialmente, la natura di questi depositi era incerta, ma recenti studi hanno fornito risposte concrete. L’Italia ha avuto un ruolo fondamentale in questa scoperta. Marsis, realizzato da Thales Alenia Space, è un esempio del contributo tecnologico italiano: i sensori d’assetto stellari prodotti a Campi Bisenzio hanno guidato la sonda verso Marte e contribuiscono a mantenere la sua corretta orientazione. Thomas Watters, dello Smithsonian Institution, USA, autore principale sia dello studio attuale che di quello iniziale del 2007, sottolinea l’importanza dei risultati:

Abbiamo nuovamente esplorato la formazione MFF con dati aggiornati dal radar Marsis, scoprendo che i depositi sono ancora più spessi di quanto immaginassimo, raggiungendo i 3,7 chilometri di spessore. I segnali radar corrispondono a quelli aspettati dal ghiaccio stratificato, simili a quelli provenienti dalle calotte polari marziane, notoriamente ricche di ghiaccio.

Gli scienziati stimano che, se sciolto, questo ghiaccio potrebbe coprire l’intero Marte con uno strato d’acqua profondo tra 1,5 e 2,7 metri, quantità sufficiente a riempire il nostro Mar Rosso.

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Fonte: NextMe

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