Uova “avvelenate”: trovati livelli altissimi di diossina (e anche pfas) in alcuni campioni del veneziano

Un'indagine indipendente che ha analizzato alcuni campioni di uova nel veneziano, ha scoperto livelli di diossina che superano notevolmente i limiti di legge, rappresentando quindi una minaccia per la salute dei consumatori

Il risultato di un primo biomonitoraggio indipendente, condotto dal Coordinamento No Inceneritore Fusina con il sostegno scientifico di ISDE Italia (Medici per l’Ambiente), ha rivelato che alcuni campioni di uova, prelevati a Villabona e Malcontenta (nel veneziano), contenevano quantità allarmanti di diossine e PFAS.

La notizia è stata divulgata durante una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio Regionale, un luogo simbolico per sottolineare la gravità della situazione. La Dott.ssa Vitalia Murgia di ISDE Italia ha parlato di una:

situazione allarmante e di grave rischio per la salute di decine di migliaia di persone che vivono intorno al polo industriale di Porto Marghera.

L’indagine sulle uova è stata eseguita nel corso dell’estate su quattro campioni, ognuno composto da sei unità, provenienti da galline allevate all’aperto in pollai familiari, senza l’uso di antibiotici o altri prodotti chimici. Queste uova sono state sottoposte a rigorose analisi in un laboratorio specializzato.

Due dei campioni, provenienti da Villabona e dall’area agricola a sud di Malcontenta, hanno rivelato valori di PCDD/F e PCB (diossine, furani e policlorobifenili) da 2 a oltre 5 volte il limite di legge.

Come si legge nel comunicato diramato dal Comitato No inceneritore Fusina:

 Addirittura con l’assunzione di una sola di queste uova anche un adulto supera la dose settimanale tollerabile (DST), mentre per i bambini più piccoli si arriva fino a 6-7 volte il DST. In pratica si tratta di uova avvelenate, non commestibili. 

Gli altri due campioni, prelevati in centro a Marghera e a sud di Oriago, rientrano nei limiti fissati dal Regolamento europeo 2023/915, ma superano le soglie cautelative indicate nella Raccomandazione europea 2013/711.

Inoltre, è stata rilevata la presenza di PFAS, anche se entro i limiti consentiti, ma comunque abbondanti rispetto al limite fissato.

La dottoressa Murgia ha sottolineato che ulteriori analisi sono necessarie per avere un quadro completo e preciso della situazione, ma per i comitati locali l’allarme è già da tempo rosso, considerando la grave situazione ambientale dell’area, caratterizzata da livelli record di smog, inquinanti diffusi nell’aria, nell’acqua e nel suolo, dovuti a decenni di industrializzazione incontrollata.

Il Coordinamento ha anche annunciato iniziative per sensibilizzare i cittadini e una raccolta fondi dedicata a Villabona e Malcontenta, le due aree più colpite.

Quanto scoperto evidenzia ancora una volta la necessità urgente di affrontare le questioni ambientali e sanitarie nell’area veneziana, poiché la salute della popolazione è a rischio.

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Fonte: No Inceneritore Fusina Facebook

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