“Perdere non è un fallimento”: la bellissima lezione di vita e di umiltà del campione NBA Giannis Antetokounmpo

Dopo la cocente eliminazione della sua squadra dal campionato NBA, Giannis Antetokounmpo offre ai cronisti una splendida riflessione sul vero senso della sconfitta

Una lezione di vita e di grande umiltà da un campione nato per rincorrere la vittoria a qualsiasi costo, che dimostra quanto anche accettare la sconfitta faccia parte del bellissimo universo dello sport.

L’atleta greco-nigeriano Giannis Antetokounmpo, stella dei Milwaukee Bucks, si è dovuto difendere dalle “domande scomode” dei giornalisti in conferenza stampa dopo l’eliminazione della sua squadra al primo turno dei playoff di NBA contro i Miami Heat – e lo ha fatto in modo egregio.

La squadra dei Milwaukee Bucks era a un passo dalla vittoria e l’eliminazione subita è per questo ancora più cocente: dopo una stagione di successi, due sconfitte consecutive hanno condotto la squadra fuori dalla classifica.

Durante la conferenza stampa a fine partita, “a caldo”, il giornalista Eric Nehm (The Athletic) ha chiesto al capitato Antetokounmpo se la stagione sportiva appena conclusasi (male) non sia da considerarsi un fallimento.

Precisiamo che Antetokounmpo ha giocato nonostante un infortunio alla schiena che avrebbe necessitato di riposo ed è riuscito a segnare ben 38 punti – purtroppo insufficienti per la vittoria della squadra.

La domanda del giornalista è stato lo spunto per una interessante riflessione sul mondo dello sport e sul vero significato del gioco e delle vittorie.

La sconfitta non equivale per forza al fallimento, ha osservato Antetokounmpo: se non si è arrivati primi, non vuol dire che il lavoro non sia stato fatto bene lo stesso, e che non si siano raggiunti degli obiettivi comunque importanti per la propria crescita personale e sportiva.

I motivi dietro l’impegno, nello sport come in qualsiasi altro lavoro, sono tanti e diversi: la necessità di sostenere la propria famiglia, di accudire i genitori anziani, il desiderio di acquistare una casa o di diventare economicamente indipendenti.

Riuscire a raggiungere questi altri obiettivi, accessori al mero successo pertinenti alla vita personale, è una vittoria altrettanto importante che non dobbiamo dimenticare mai.

Del resto, conclude Antetokounmpo, anche un campione indiscusso come Michael Jordan non ha sempre vinto il campionato dell’NBA: delle sue 15 partecipazioni, solo 6 si sono tradotte in vittorie – vuol dire che gli altri 9 anni in campionato sono da considerarsi un fallimento?

Nello sport il fallimento è parte integrante del percorso di crescita che porta alla vittoria: non sempre possiamo vincere, è giusto che anche altri assaporino il gusto della vittoria.

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Fonti: ANSA / Twitter

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