Camminare nei boschi migliora il livello di attenzione (l’ennesima conferma del potere della natura)

Secondo un nuovo studio i partecipanti alla ricerca che hanno camminato in spazi verdi hanno mostrato miglioramenti nei test cerebrali rispetto a quelli che hanno camminato in aree urbane

Una passeggiata nei boschi sembra acuire la mente meglio di una passeggiata urbana sull’asfalto, secondo un nuovo studio di scansione cerebrale. Le persone che hanno passeggiato in un’area boschiva dell’Università dello Utah hanno infatti ottenuto risultati migliori nei test di funzionalità cerebrale rispetto a quelle che hanno camminato in un campus medico pieno di asfalto.

I dati EEG hanno mostrato che una passeggiata nella natura ha illuminato le regioni cerebrali legate al controllo esecutivo, che influenza la memoria di lavoro, il processo decisionale, la risoluzione dei problemi e la pianificazione di una persona, hanno detto i ricercatori.

David Strayer, professore di psicologia presso l’Università dello Utah, ha spiegato:

Le cose che facciamo ogni giorno tendono a fare un uso massiccio di queste reti di attenzione esecutiva. È una componente essenziale del pensiero di ordine superiore. C’è un’idea chiamata biofilia che in sostanza dice che la nostra evoluzione, nel corso di centinaia di migliaia di anni, ci ha portato ad avere una maggiore connessione o amore per gli esseri viventi naturali. Il nostro ambiente urbano moderno è diventato una fitta giungla urbana con telefoni cellulari, automobili, computer e traffico: proprio l’opposto di questo tipo di ambiente ristorativo.

Come si è svolto lo studio

Per vedere come una passeggiata nella natura potrebbe influenzare il cervello, i ricercatori hanno reclutato 92 partecipanti e hanno registrato le letture EEG su ciascuno di loro immediatamente prima e dopo una passeggiata di 40 minuti.

Metà dei partecipanti ha camminato attraverso il Red Butte Garden, un’area boschiva a est dell’Università dello Utah, e l’altra metà ha camminato attraverso il campus medico e i parcheggi dell’università. Entrambi i percorsi coprivano due miglia, con un dislivello simile.

Prima della passeggiata, tutti i partecipanti hanno eseguito un esercizio cerebrale mentalmente impegnativo, seguito da un compito per valutare l’attenzione. I ricercatori hanno infatti fatto contare loro all’indietro da 1.000 in sette, che è davvero difficile.

Non importa quanto si sia bravi a fare aritmetica mentale, dopo 10 minuti diventa piuttosto faticoso. I partecipanti hanno ripetuto il test di attenzione dopo la passeggiata, per verificare quanto la passeggiata fosse stata rigenerante per la loro mente. Sia il test di attenzione che le letture EEG hanno dimostrato che una passeggiata nella natura ha migliorato il controllo esecutivo dei partecipanti rispetto a una passeggiata in città.

In particolare i partecipanti che avevano camminato nella natura hanno mostrato un miglioramento dell’attenzione esecutiva su quel compito, mentre chi camminava in città non l’ha avuto, quindi sappiamo che è qualcosa di unico che si riferisce all’ambiente in cui si cammina.

I ricercatori sperano che i loro studi futuri possano svelare il motivo per cui gli ambienti naturali possono fornire migliori benefici al cervello. Se si capisce qualcosa su ciò che ci rende mentalmente e fisicamente più sani, allora si possono progettare le città in modo che lo supportino. Il team sta ora valutando anche come l’uso del cellulare influisca sui benefici di una passeggiata in giardino.

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Fonte: Università dello Utah

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