Poliomielite, quali sono i sintomi e come funziona il vaccino in Italia

A seguito di alcuni focolai di poliomielite registrati negli Usa, in Israele e nel Regno Unito, l'OMS lancia un appello: "Chi non si è ancora vaccinato, lo faccia". Ma come funzionano le vaccinazioni anti-polio in Italia? Sono obbligatorie? E proteggono davvero dalla malattia infettiva? Tutto quello che c'è da sapere

Si riaccende l’incubo della temuta poliomielite in diverse aree del mondo. Dopo che in Israele la malattia ha fatto la sua ricomparsa a distanza di oltre 30 anni dall’ultimo caso accertato, agli inizi dell’estate tracce del virus sono state rilevate nelle acque reflue di Londra. La patologia infettiva è tornata anche negli Stati Uniti: lo scorso luglio è stato accertato il primo contagio a New York. A essersi ammalato un uomo che vive a Rockland County e che non era vaccinato. Nella nazione l’ultimo caso era stato rilevato nel 2013.

L’aumento dei focolai ha messo in allerta l’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità), che ha definito il ritorno della malattia “un campanello d’allarme per tutti” e ha invitato chi non lo ha ancora fatto a proteggersi attraverso il vaccino.

È nostra responsabilità condivisa eradicare la poliomielite a livello globale. – ha commentato il direttore dell’Oms Europa, Hans Kluge, intervenuto sulla delicata vicenda. – Tutti coloro che non sono vaccinati, o i cui figli hanno saltato le vaccinazioni programmate, dovrebbero effettuare la vaccinazione il prima possibile. I vaccini contro la poliomielite si sono dimostrati molto efficaci e sicuri. Visto che il nostro mondo interconnesso, il virus della poliomielite rilevato di recente a New York è geneticamente legato ai virus rilevati in Israele e Regno Unito.

Ma quali sono i sintomi della poliomielite e come si trasmette? E come funzionano le vaccinazioni contro la malattia nel nostro Paese? Cerchiamo di fare chiarezza.

Poliomielite: cos’è

La poliomielite è una grave malattia infettiva che colpisce il sistema nervoso centrale, in particolare i i neuroni motori del midollo spinale. L’infezione è stata rilevata per la prima volta in forma epidemica nell’Europa di inizio XIX secolo e poco dopo negli Stati Uniti. La diffusione della poliomelite ha raggiunto un picco negli Stati Uniti nel 1952 con quasi 58mila casi registrati, mentre in Italia nel 1958, sono stati registrati oltre 8mila casi.

La malattia è causata da tre tipi di polio-virus (1,2 e 3), appartenente al genere enterovirus, che si diffonde il sistema nervoso nel giro di poche ore, distruggendo le cellule neurali colpite e causando una paralisi che può diventare anche totale.

Come si trasmette la malattia e i sintomi

Questa grave malattia infettiva si trasmette da persona a persona principalmente per via oro-fecale e in casi più rari attraverso l’acqua o cibi contaminati. La poliomelite colpisce soprattutto i bambini sotto i cinque anni di età. Anche i soggetti immunizzati possono venire infettati dal virus, senza svilupparne i sintomi, e trasmetterlo ad altri.

I sintomi iniziali della malattia sono febbre, stanchezza, vomito, irrigidimento del collo e dolori agli arti. Una minima parte delle infezioni – circa una su duecento secondo i dati forniti dall’Oms – porta a una paralisi irreversibile, mentre il 5-10% dei malati muore a causa della paralisi dei muscoli dell’apparato respiratorio.

Purtroppo al momento non esistono cure per la polio, a parte dei trattamenti che possono attenuare i sintomi. L’unica via per evitare pesanti conseguenze è rappresentata dai vaccini.

Come funzionano i vaccini contro la polio in Italia e chi deve farli

Nel nostro Paese la vaccinazione anti-poliomielite è obbligatoria dal 1966. Il ciclo vaccinale è costituito da tre dosi di vaccino che vengono somministrate entro il primo anno di vita, seguite da un richiamo tra il 5° e il 6° anno di vita e a 12/13 anni. In Italia, così come in altri Paesi in cui la malattia è stata debellata, si usa il vaccino iniettivo IPV o di Salk, che contiene i tre virus della poliomielite uccisi (inattivati) e viene somministrato con un’iniezione per via intramuscolare o sottocutanea.

Ma quali sono i rischi legati al vaccino? L’unica controindicazione del vaccino anti-polio è rappresentata da una grave allergia nota agli antibiotici in esso contenuti (neomicina, polimixina B, streptomicina). Inoltre, in casi estremamente rari – 1 su ogni 2,4 milioni di dosi somministrate – è possibile andare incontro a una “paralisi flaccida acuta” permanente. Il rischio è maggiore dopo la somministrazione della prima dose di vaccino (1 caso ogni 550.000 bimbi vaccinati).

Per quanto riguarda il livello di protezione, dopo il completamento del ciclo vaccinale anti-poliomielite, oltre il 95% dei bambini risulta immune dal poliovirus.

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Fonti: OMS/ISS

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