Il vischio aiuta davvero a curare il cancro?

Il vischio bianco vanta davvero le proprietà antitumorali tanto decantate? Cosa dice davvero la scienza e gli studi finora condotti?

Chi segue una terapia anti-tumorale (come la chemio) spesso cerca tutte le soluzioni per migliorare le possibilità di mandare in remissione questo male devastante. Gli estratti di vischio bianco vengono spesso adoperati per un supposto vantaggio nella riduzione del tumore e degli effetti collaterali della terapia farmacologica. Ma sarà davvero così?

Dagli anni Ottanta ai primi Duemila si è parlato molto delle presunte qualità anti-tumorali del vischio bianco. Questa pianta parassitaria e infestante tipica dell’Europa è stata al centro di dibattiti, ricerche da ambo i lati (detrattori e sostenitori) e infine inserita in alcuni preparati omeopatici e antroposofici. Ma su cosa si basano le nozioni che “testimoniano” la sua miracolosa efficacia?

Da un’analisi condotta dall’AIRC emerge come, in realtà, al di là del caso mediatico non ci sono abbastanza presupposti scientifici a sostegno di questa ipotesi. Innanzitutto, le ricerche più citate per vantare le proprietà benefiche del vischio bianco sono spesso eseguite in modi non adeguati agli standard accademici e medici:

  • Campione studiato troppo ridotto
  • Procedure di somministrazione non adeguate
  • Conflitti d’interessi (alcuni ricercatori era spesati da case farmaceutiche)
  • Molti studi citati sono in realtà condotti da due-tre istituti di ricerca
  • Difficoltà nella riproducibilità dell’esperimento

Inoltre, è stato riscontrato come sia difficile (se non impossibile) scindere gli effetti fattuali degli estratti del vischio bianco da un più comune effetto placebo indotto dalle maggiori attenzioni e cure che i pazienti sottoposti a questo tipo di esperimenti ricevono. Inoltre, siccome i principi attivi inoculati (spesso per iniezione) causano una reazione cutanea ben evidente, non è possibile svolgere un test con un gruppo di controllo che dovrebbe ricevere una somministrazione “neutra” proprio per scongiurare la possibilità che si tratti unicamente di effetto placebo.

Per tutte queste motivazioni, L’AIRC conclude che, anche se in futuro il vischio bianco dovesse risultare efficace nel combattere l’insorgere del cancro, allo stato attuale non è possibile trovare una correlazione diretta.

Infine, va fatta una precisazione importante. Sia l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) che la Food & Drug Administration (FDA) non hanno mai approvato la produzione di medicinali che usassero i principi attivi contenuti nel muschio bianco. Inoltre, molti dei preparati (che siano pastiglie oppure siringhe) contengono un quantitativo insufficiente – quando non addirittura nullo – dei principi attivi.

Questi principi vanno anche spesso in contrasto con altri farmaci, come viene riportato da uno studio che ha analizzato i dati contenuti nel database europeo VigiBase, che raccoglie le segnalazioni di reazioni avverse ai farmaci inoltrate da Stati che fanno parte del programma di monitoraggio dei farmaci dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Analizzando le interazioni fra farmaci anti-tumorali con preparati a base di dieci erbe è risultato che, nel 71% dei casi in cui c’erano reazioni avverse, erano presenti principi attivi del vischio bianco.

Al momento sono ancora in corso diversi studi per cercare di dimostrare l’efficacia del vischio bianco come farmaco o cura addizionale contro i tumori. Tuttavia, per ora una cosa è certa: non ci sono correlazioni accertate tra uso del vischio bianco e remissione tumorale.

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