Congedo mestruale: cosa dice esattamente il disegno di legge approvato in Spagna, tra benefici e stigma

Dopo giorni di dibattito, è arrivato il primo via libera al disegno di legge che introduce il congedo mestruale retribuito in Spagna. È il primo Paese europeo a concedere questo diritto alle donne, ma la questione crea spaccature nella società

Traguardo storico in Spagna a favore delle donne: un paio di giorni fa il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che prevede l’introduzione del congedo mestruale. Si tratta della prima nazione europea a riconoscere questo diritto a chi ha delle mestruazioni dolorose.

Per la ministra spagnola delle Pari Opportunità, Irene Montero, l’approvazione del disegno di legge rappresenta una grande vittoria. “Stiamo promulgando una legge che aiuterà le donne a vivere meglio” ha commentato. Adesso il testo sarà sottoposto a un secondo passaggio in Consiglio dei Ministri e poi verrà avviato l’iter parlamentare.

Ma non mancano le polemiche in Spagna e nel resto d’Europa: il congedo mestruale è infatti una questione che crea ancora spaccature nella società, in particolari fra i datori di lavoro, il personale sanitario, ma anche fra le stesse donne.

Cosa prevede il disegno di legge

Ma cosa dice esattamente il disegno di legge appena approvato? La normativa introduce la possibilità di un congedo retribuito per le donne che devono fare i conti con mestruazioni dolorose e invalidanti. Il congedo, però, viene riconosciuto soltanto se si presenta un certificato medico. Inizialmente la bozza includeva tre giorni estendibili fino a 5, ma il disegno di legge approvato non prevede un massimo di giorni. Verrà riconosciuto fino alla durata necessaria in baso al singolo caso.

“È finito il tabù, stop allo stigma e alla sofferenza in silenzio” ha commentato la ministra Montero.

Ma il congedo mestruale non è l’unica novità contenuta nel disegno di legge. Il testo include anche l’eliminazione dell’autorizzazione da parte dei genitori per le ragazze dai 16 anni che intendono abortire e dei tre giorni di riflessione obbligatori prima di interrompere una gravidanza. Niente da fare, invece, almeno per il momento per l’IVA sugli assorbenti, che resterà.

Mestruazioni dolorose, cosa sono e sintomi

Cosa si intende, però, per mestruazioni dolorose? Il periodo delle mestruazioni può essere fonte di sofferenza per alcune donne. Tecnicamente in questo caso si parla di dismenorrea. Tra i sintomi troviamo: spasmi o crampi al basso ventre, nausea, capogiri e svenimenti, forte stanchezza e dolori alla schiena.

Lavorare in queste condizioni diventa una tortura.

Beneficio o stigma?

Ma se da un lato c’è chi ha salutato con soddisfazione il disegno di legge spagnolo sul congedo mestruale perché tutela il benessere delle donne, dall’altro c’è chi sottolinea che in questo modo le mestruazioni diventeranno uno stigma, più di quanto non lo siano già.

Ne sono convinte molte professioniste del settore della salute della donna anche in Italia, che in numerose storie su Instagram (purtroppo non più visibili) hanno lanciato una “allerta” sulla distorsione che potrebbe provocare una legge di questo tipo, finendo addirittura di diventare controproducente.

Al tal proposito in Spagna è intervenuta Carmen Escandón, che si occupa di pari opportunità per il sindacato UGT Asturias. La sindacalista sottolinea che lo scopo della nuova normativa è lodevole, ma bisogna stare attenti alla sua applicazione.

“Dobbiamo affrontare questi temi con profonda riflessione perché può causare problemi con l’azienda e diventare un nuovo ostacolo alle assunzioni. – spiega Escandón – Non saremo favorevoli a un permesso che erige barriere. Ci sono ancora datori di lavoro che ti chiedono se fare la mamma è nei tuoi piani e questo permesso potrebbe stigmatizzare le donne.

Per la dottoressa Úrsula Szalata, che collabora con il sindacato Comisiones Obreres d’Asturies, si tratta di una polemica sterile perché – come ribadito – i permessi non verranno concessi con leggerezza, “ma con un giustificato motivo di salute”.

“Non tutte le donne sono uguali, né tutti i cicli sono uguali. – chiarisce – Inoltre, solo perché hai l’opzione non significa che la usi. La considero la conquista di un diritto come ai suoi tempi era il congedo di maternità, che è stato interiorizzato e accettato. Non capisco il rumore, stiamo sostenendo la salute sul lavoro con una prospettiva di genere.

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Fonti: Irene Montero (Twitter)/Nortes

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