Studio rivela che un importante e sorprendente aiuto per chi soffre di Alzheimer può venire dal basilico

Il fenchol, composto naturale che si trova nel basilico, sembra avere un effetto neuroprotettivo contro il morbo di Alzheimer

Il fenchol, composto naturale che si trova nel basilico, sembra avere un effetto neuroprotettivo contro il morbo di Alzheimer

Il fenchol è un composto naturale presente nel basilico e in altre piante, in grado di ridurre la formazione di cellule neurali “zombie” e aumentare la degradazione dell’amiloide-beta non funzionale, consentendo una più rapida eliminazione della proteina dal cervello.

Il nuovo studio ha scoperto un meccanismo di rilevamento associato al microbioma intestinale, che spiega come il fenchol riduca la neurotossicità nel cervello causata dal morbo di Alzheimer.

Prove emergenti indicano che gli acidi grassi a catena corta (SCFA), metaboliti prodotti da batteri intestinali benefici e fonte primaria di nutrimento per le cellule del colon, contribuiscono alla salute del cervello. L’abbondanza di SCFA è spesso ridotta nei pazienti più anziani con lieve deterioramento cognitivo e malattia di Alzheimer, la forma più comune di demenza. Tuttavia, come questo calo degli SCFA contribuisca alla progressione della malattia di Alzheimer rimane in gran parte sconosciuto.

Lo studio

Il nuovo studio è il primo a scoprire che la stimolazione del meccanismo di rilevamento da parte di questi metaboliti microbici (SCFA), può essere utile nel proteggere le cellule cerebrali dall’accumulo tossico della proteina beta-amiloide (Aβ) associata all’Alzheimer. 

Una delle due caratteristiche tipiche dell’Alzheimer sono i depositi induriti di Aβ, che si aggregano tra le cellule nervose per formare placche di proteine ​​amiloidi nel cervello, e i grovigli neurofibrillari di proteina tau all’interno delle cellule cerebrali. Questi due processi contribuiscono alla perdita e alla morte dei neuroni, che alla fine causano l’insorgenza dell’Alzheimer, una malattia neurodegenerativa caratterizzata da perdita di memoria, capacità di pensiero e altre capacità cognitive.

La ricerca vuole approfondire la funzione precedentemente sconosciuta di FFAR2 nel cervello e i meccanismi molecolari, per spiegare come le interazioni tra il microbioma intestinale e il cervello potrebbero influenzare il declino cognitivo legato all’età. I ricercatori hanno prima dimostrato che l’inibizione del recettore FFAR2 (bloccando così la sua capacità di “rilevare” gli SCFA nell’ambiente esterno alla cellula neuronale e trasmettere segnali all’interno della cellula) contribuirebbe all’accumulo anomalo della proteina Aβ causando neurotossicità.

Identificare un composto naturale alternativo agli SCFA per indirizzare in modo ottimale il recettore FFAR2 sui neuroni è importante, perché le cellule dell’intestino e di altri organi consumano la maggior parte di questi metaboliti microbici prima che raggiungano il cervello, attraverso la circolazione sanguigna.

Il team di ricerca ritiene il fenchol, un composto di origine vegetale che conferisce al basilico il suo profumo aromatico, sia il migliore nel legarsi al sito attivo del FFAR per stimolarne la segnalazione. Quando i ricercatori hanno esaminato più da vicino come questo composto naturale moduli la neurotossicità indotta da Aβ, hanno scoperto che riduceva le cellule neuronali senescenti, note anche come cellule “zombie”, che si trovano comunemente nel cervello con patologia del morbo di Alzheimer.

Il fenchol presente nel basilico sarebbe, quindi, in grado di ridurre la formazione di cellule neuronali zombie e aumentare anche la degradazione di Aβ (non funzionante), in modo che la proteina amiloide venga eliminata dal cervello molto più velocemente. Ovviamente, c’è bisogno di ulteriori ricerche per capire se il fenchol consumato nel basilico stesso è più o meno bioattivo rispetto all’isolamento e alla somministrazione del composto in pillole.

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Fonte: Frontiers

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