Ho comprato queste patatine fritte in un fast-food 10 anni fa e ti mostro come sono rimaste intatte: il confronto è impressionante

Che aspetto avrebbero le patatine fritte comprate in un fast-food e conservate per 10 anni non ermeticamente? Si ricoprirebbero di muffa e cambierebbero totalmente colore? Niente di tutto questo... A svelarci il prima e il dopo Alessio Bianchini, un artista italiano che ha condotto un interessante esperimento (che molto probabilmente vi farà passare la voglia di mangiare in catene come Mc Donald's e Burger King)

Il cibo venduto nei fast-food come McDonald’s gode di grande popolarità in tutto il mondo soprattutto per i suoi prezzi competitivi e il suo servizio super veloce, ma è noto che la qualità lasci parecchio a desiderare (per non parlare della questione della sostenibilità). Vi abbiamo raccontato di diversi esperimenti che mostrano come gli alimenti vendute da queste catene riescano a resistere al passare del tempo senza decomporsi o ricoprirsi di muffa. Di recente un meccanico negli Stati Uniti è rimasto esterefatto dopo aver rinvenuto un hamburger – in un’auto da riparare – che sembrava praticamente intatto, ma in realtà era rimasto nascosto nel bagagliaio per circa un anno.

Ma vi siete mai chiesti come si presentano le patatine acquistate in un fast-food a distanza di… 10 anni? La risposta ha dell’inquietante! A condurre quest’interessante esperimento Alessio Bianchini, un artista dall’animo green, che ha voluto condividere con noi quella che è diventata un’opera dal titolo εὐχαρίστω την Αυτοκρατορία! (Rendo Grazie all’Impero).

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L’ispirazione gli è venuta guardando il docufilm “Super Size Me”. Nei contenuti speciali veniva lanciata una sfida: “provate voi a vedere quanto resistono al processo di marcescenza le patatine fritte. Noi ci siamo arresi”. Detto fatto.

Il 25 Aprile 2013 ho acquistato un menù completo di un noto fast food e l’ho collocato dentro ad una teca autocostruita: 5 lati di compensato, rifinito e dorato con tecnica medievale, con un vetro scorrevole per rendere accessibile e visibile il contenuto. – spiega Bianchini – Il richiamo è al tabernacolo della Chiesa, al Sangue e al Corpo di Cristo, alla Transustanziazione. Il parallelo è che questo menù rappresenta l’impero americano. Sottolineo che non c’è chiusura ermetica.

Tutto il materiale è stato a contatto con l’aria esterna, con il tasso di umidità al quale ho esposto la teca. Difatti per parecchi anni è rimasto esposto in una terrazza esterna e gli insetti ne avevano il completo accesso. Durante le prime estati la bevanda è evaporata, l’hamburger è rimasto lì – carne compresa – per 6 anni circa e la maggior parte delle patatine sono ancora lì, integre e con un colorito che sembra inattaccabile dall’ossidazione.

Ecco l’aspetto dei prodotti a 147 giorni dal momento dell’acquisto:

@Alessio Bianchini

E poi un’altra foto scattata a distanza di 168 giorni:

@Alessio Bianchini

Nel 2015, a circa due anni dall’acquisto, le patatine non presentano alcuna traccia di muffa o deterioramento:

@Alessio Bianchini

L’artista ha poi scattato un’altra foto nel 2017, a oltre 4 anni di distanza. E questa era la situazione

@Alessio Bianchini

Ma ad essere davvero impressionante è il confronto a distanza di ben 10 anni. Mentra la prima foto è stata scattata nel 2013, la seconda a destra risale al 5 novembre 2023:

patatine 2013

@Alessio Bianchini

Nonostante non siano state conservate con chiusura ermetica, le patatine appaiono soltanto più dorate e croccanti: si sono praticamente fossilizzate. A vederle nessuno penserebbe che sono state preparate un decennio prima.

Come ci racconta Alessio Bianchini, quest’opera è stata è stata portata in giro, sia nelle scuole per mettere alla prova i bambini (a cui è stato chiesto quanto tempo fosse passato dall’acquisto del menù), che in diverse mostre ed eventi locali.

È stata anche portata in pellegrinaggio ad Expo 2015, a Milano. – spiega l’artista – In questa ultima occasione, durante una sorta di happening (non autorizzato), siamo entrati nel noto fast food e abbiamo chiesto a chi era lì, a pasteggiare, la solita domanda: quanto tempo hanno? Abbiamo interagito con i clienti una ventina di minuti finchè non ci hanno cacciato. Successivamente siamo andati allo stand di Slow Food.

Nella maggior parte dei casi la reazione delle persone è stata di sorpresa e sbalordimento.

Aldilà di coloro che avevano già preso posizione, i molti neutri sono rimasti stupiti di fronte a quegli alimenti che avevano anni sulle spalle e sembravano invece essere vecchi di un paio di settimane. – aggiunge Bianchini – Devo dire con orgoglio che, nell’arco di questi 10 anni, ho, se non scioccato, almeno insinuato il dubbio a parecchie persone sulla qualità di quello che stavano mangiando.

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