OGM, no alla deregolamentazione: salta la proposta di allentare le norme sui prodotti geneticamente modificati (per ora)

La proposta della Commissione UE di deregolamentare i cosiddetti “nuovi” organismi geneticamente modificati (OGM), ottenuti con l’impiego di nuove tecniche genomiche (NTG), rimane in una fase di stallo. Ma il capitolo potrebbe riaprirsi il prossimo 22 dicembre, alla riunione degli ambasciatori Ue

Alla fine, almeno per il momento, non c’è alcun accordo sulla proposta della Commissione europea di deregolamentare i nuovi OGM.

I ministri europei dell’Agricoltura, infatti, non sono riusciti a raggiungere una maggioranza qualificata sulla proposta della presidenza spagnola, che avrebbe eliminato etichettatura, tracciabilità e valutazione del rischio per i nuovi OGM e avrebbe così consentito ai prodotti geneticamente modificati ottenuti con nuove tecniche genomiche (NGT) di sfuggire alle procedure di valutazione dei rischi, come avrebbe voluto la presidenza spagnola.

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A fare un sospiro di sollievo è la Coalizione Italia Libera da OGM, che raduna oltre 30 organizzazioni contadine, dell’agricoltura biologica, ambientaliste e dei consumatori: per ora è lontano il tentativo di allentamento delle norme sugli organismi geneticamente modificati che consenta l’uso dell’editing del genoma nelle piante coltivate.

Cosa sarebbe accaduto se la proposta fosse passata?

La proposta della Commissione, ignorando gli avvertimenti di diversi esperti, avrebbe eliminato la maggior parte dei controlli di sicurezza che regolano il rilascio di nuovi OGM e stabilito due categorie per questi nuovi OGM:

  • la Categoria 1, equiparata alle piante convenzionali sulla base di alcuni criteri, sarebbe completamente deregolamentata
  • la Categoria 2, che sarebbe sottoposta a una valutazione del rischio indebolita rispetto alla normativa attualmente in vigore sugli OGM.

Nella riunione dei Ministri dell’Agricoltura dell’Unione è in pratica emerso che la proposta di compromesso non è accettabile per numerosi Paesi, ragione per cui non è stato possibile raggiungere la maggioranza qualificata necessaria (serviva il 55% dei Paesi membri che rappresentassero almeno il 65% dei cittadini europei per dare il via libera). Molti sono i Paesi che hanno espresso contrarietà, tra cui Austria, Croazia, Slovacchia, Ungheria, Germania, Bulgaria, Grecia, Polonia, Romania, e Slovenia. E l’Italia?

Per più di 20 anni il nostro Paese ha difeso una stretta regolamentazione dei prodotti dell’ingegneria genetica e ha perfino promosso con successo, nel 2015, la modifica delle norme Ue per introdurre la possibilità di una moratoria nazionale sulla coltivazione di OGM.

Oggi invece lavora per smantellare queste conquiste e privare della possibilità di scelta i produttori e i consumatori, per immettere sul mercato nuovi OGM non testati e brevettati senza meccanismi di salvaguardia e di trasparenza. Una liberalizzazione totale, come quella proposta dalla Commissione UE e sostenuta da alcuni governi e da molti parlamentari europei, renderebbe impossibile sia coltivare che scegliere prodotti liberi da OGM, dicono dalla Coalizione Italia Libera da OGM.

L’abolizione dell’etichettatura priverebbe infatti il consumatore della libera scelta, mentre la mancanza di tracciabilità e di misure di salvaguardia toglierebbe agli agricoltori ogni difesa dalla biocontaminazione dei loro campi.

Intanto, è bene saper che un nuovo tentativo potrebbe essere fatto dalla presidenza spagnola il prossimo 22 dicembre, alla riunione degli ambasciatori Ue.

Fonti: AIAB – ASSORURALE – CROCEVIA – Slow Food

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