Gli effetti collaterali più pericolosi a cui dovresti pensare prima di aprire una scatoletta di tonno

Il tonno in scatola è una buona fonte di Omega 3, facile da reperire ed economica. Non è però l'unica, vi sono molte alternative vegetali

Il tonno in scatola è un prodotto di uso comune, economico (soprattutto se rapportato al pesce fresco) e reperibile ovunque. Tutte caratteristiche che lo fanno apprezzare molto dai consumatori ma ci sono però altri aspetti da considerare, il più importante è indubbiamente un effetto collaterale a cui spesso non si pensa: la presenza di mercurio. 

Tra le fonti di proteine ​​magre più economiche che si possono acquistare al supermercato vi è il tonno in scatola che, oltre alla lunga durata, è spesso apprezzato in quanto fonte di acidi grassi Omega 3.  Per questo in tanti lo considerano un alimento sano.

Secondo il National Institutes of Health Office of Dietary Supplements, gli Omega 3 sono una fonte di grassi polinsaturi che promuovono la salute del nostro organismo: sono benefici per occhi e cervello, hanno proprietà antinfiammatorie e possono persino fornire al corpo l’energia per tutto il giorno. Gli Omega 3 contengono eicosanoidi, molecole che favoriscono la salute cardiovascolare, polmonare, immunitaria ed endocrina. 

Harvard Health sottolinea come gli Omega 3 non possano essere prodotti dal solo corpo e, dato che si tratta di grassi essenziali di cui il nostro organismo ha bisogno per funzionare, dobbiamo assicurarci una buona dose di queste sostanze attraverso una corretta alimentazione. 

Gli Omega 3 sono presenti in cibi come il pesce (tra cui appunto il tonno in scatola) ma anche in alimenti vegetali come noci, semi di lino, olio di semi e verdure a foglia verde. 

Ma mangiare grassi non fa male? Questo è un po’ un falso mito, almeno nel caso si parli di grassi “buoni” che devono far parte di una dieta sana ed equilibrata in quanto forniscono energia e aiutano la digestione favorendo un senso di pienezza. 

Il tonno in scatola è solo una delle possibili fonti di acidi grassi Omega 3 che si possono aggiungere alla nostra dieta a un prezzo relativamente economico e, secondo la Cleveland Clinic, una porzione da 85 grammi di tonno contiene 1,5 grammi di Omega 3. Quindi, chi mangia una scatoletta di tonno a settimana, potrebbe ricevere tutti gli acidi grassi Omega 3 di cui hai bisogno.

Ma a fronte di tutto questo ci sono però alcuni possibili effetti collaterali (Leggi anche: 6 buoni motivi per scegliere di non mangiare tonno), il  più rilevante è indubbiamente la presenza di mercurio. È noto infatti che pesci di grossa taglia e più longevi, per il semplice fatto che hanno più tempo per accumulare la sostanza nel loro corpo, sono potenzialmente più contaminati da mercurio, sostanza tossica che nell’uomo può causare disturbi neurologici.

Numerosi studi scientifici hanno evidenziato la contaminazione da mercurio del tonno e anche una presenza maggiore di questo metallo nell’organismo umano di chi consuma frequentemente tonno.

Possiamo citare ad esempio una ricerca del 2019, condotta su un gruppo di studenti universitari per valutare proprio l’esposizione al mercurio dal consumo di tonno. I risultati hanno mostrato che i livelli di mercurio totale nei capelli di chi consumava frequentemente tonno (più della metà, il 54% del campione ha dichiarato infatti di mangiare 3 o più porzioni di tonno a settimana) erano superiori a quelli degli studenti che non consumavano questo alimento.  

Un altro studio, invece, ha analizzato 108 campioni di tonno, in scatola o non trasformati, testati presso il laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata. Dodici campioni di tonno, in questo caso però fresco (11% del totale), hanno mostrato un contenuto di mercurio superiore al livello consentito. Le concentrazioni medie di mercurio nel tonno fresco e in scatola (rispettivamente 0,517 e 0,207 mg kg-1), scrivono gli autori, confermano che questo elemento rappresenta un grave problema tossicologico.

“L’esposizione al mercurio a causa del consumo di tonno, è risultata significativa e può rappresentare un rischio per i gruppi di consumatori più sensibili (cioè i bambini)” si legge nell’abstract dello studio.

Altre possibili controindicazioni del consumo di tonno sono: 

  • Tossicità da BPA (un componente di alcuni contenitori per alimenti)
  • Pressione alta, causata dal troppo sale spesso presente nelle scatolette 

Considerando tutto questo, vi sconsigliamo di mangiare tonno, dato che vi sono molte altre fonti di acidi grassi Omega 3, adatte anche a chi segue una dieta vegetariana o vegana. 

Se volete conoscere meglio le più importanti fonti vegetali di Omega 3 leggete anche:

E per quanto riguarda invece l’olio contenuto nel tonno? Riutilizzarlo è una buona idea? Qui trovate cosa ci ha detto in merito il nutrizionista Flavio Pettirossi.

Se consumate tonno, ricordate inoltre di non fare mai questo errore.

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