Celiachia in aumento tra i bambini: quali sono le cause?

La celiachia è in aumento di ben 5 volte tra i bambini. Quali sono le cause? La celiachia, nota anche come intolleranza al glutine, è una malattia autoimmune dell’intestino tenue che può verificarsi a tutte le età, soprattutto in individui geneticamente predisposti. Nei bambini la celiachia può provocare stanchezza e ritardo nella crescita.

La celiachia è in aumento di ben 5 volte tra i bambini. Quali sono le cause del fenomeno? La celiachia, nota anche come intolleranza al glutine, è una malattia autoimmune dell’intestino tenue che può verificarsi a tutte le età, soprattutto in individui geneticamente predisposti. Nei bambini la celiachia può provocare stanchezza e ritardo nella crescita.

A riportare al centro dell’attenzione il problema della celiachia è uno studio pubblicato sul Journal of Pedriatic Gastroenterology and Nutrition, con il titolo di The New Epidemiology of Celiac Disease. Si tratta di uno studio italiano che si è occupato di effettuare la mappatura della diffusione della celiachia a livello mondiale.

Negli ultimi 25 anni l’incidenza della celiachia è aumentata di ben 5 volte in età pediatrica. La frequenza media della celiachia in tutta la popolazione sarebbe cresciuta dell’1%. I dati epidemiologici a disposizione della comunità scientifica, però, tengono conto soltanto del numero di pazienti celiaci diagnosticati clinicamente.

Secondo Alessio Fasano, direttore del Centro per la Ricerca sulla Celiachia, i dati sulla patologia escludono il così detto “iceberg celiaco” di pazienti non diagnosticati. A suo parere, il rapporto tra casi diagnosticati e non diagnosticati sarebbe ancora di uno a tre, uno a cinque, e per questo motivo sarebbe opportuno uno screening sempre più attento dei soggetti potenzialmente a rischio.

L’aumento della celiachia sarebbe dovuto all’ambiente e all’ereditarietà. In particolare, come ha spiegato Fasano, dovrebbero sempre sottoporsi a test i parenti di primo grado di pazienti celiaci, i soggetti colpiti da altre malattie autoimmuni, le persone con sindrome dell’intestino irritabile o con sintomi che potrebbero suggerire la presenza di celiachia.

Per quanto riguarda la questione ambientale, la celiachia sarebbe più frequente nei Paesi dove si coltiva e si consuma più frumento – pensiamo ad esempio al pane e alla pasta – con particolare riferimento all’Europa, al Nord America e al Medio Oriente e alle popolazioni di origine europea.

La mappatura epidemiologica della celiachia ha comunque rivelato che questa patologia si sta diffondendo anche in zone diverse rispetto al passato. In ogni caso, secondo il professor Carlo Catassi, è verosimile supporre che sia un cambiamento significativo delle abitudini di dieta, sia le componenti ambientali, giochino un forte ruolo nell’aumento della celiachia, in particolare per quanto riguarda l’influenza sui modelli di alimentazione infantile e i lattanti con familiarità celiaca.

Una volta diagnosticata la celiachia, bisognerà seguire una dieta senza glutine. Tra i cereali gluten-free, ad esempio, troviamo il mais, il riso, il miglio e le loro farine. La dieta senza glutine non curerebbe la celiachia, ma ne azzererebbe i sintomi, consentendo comunque ai pazienti di mangiare con gusto.

Marta Albè

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