Per gli scienziati di Harvard questa è la musica migliore per aiutare memoria e concentrazione (e non è quella classica)

La musica può aiutare a concentrarsi meglio, soprattutto se si tratta di canzoni “familiari” che ci piacciono e conosciamo meglio

La musica non è solo un intrattenimento, qualcosa da ballare e cantare quando siamo allegri o da ascoltare malinconici con qualche lacrima se siamo tristi. Averla in sottofondo può aiutare a concentrarsi meglio, anche se si lotta contro il disturbo da deficit di attenzione e iperattività.

Ma come fare a decidere quale tipo di musica è il migliore per noi, con tutti i nostri diversi caratteri e sfaccettature?  I ricercatori hanno scoperto che, quando si tratta di potenziare la potenza cerebrale, non esiste un genere che vada bene per tutti. Dipende interamente dall’individuo e da ciò a cui risponde.

Ottimizzare la propria playlist per un apprendimento ottimale

Srini Pillay, musicista e neuroscienziato di Harvard, ritiene che la “musica familiare”, ovvero le canzoni che ci piacciono e che conosciamo meglio, siano le più efficaci per massimizzare la concentrazione.

E infatti uno studio del 2018 ha permesso di comprendere che la musica familiare attiva molte delle regioni cerebrali responsabili del movimento, per cui la concentrazione è “corposa”. Ciò significa che possiamo cantare e sentire nel nostro corpo un ritmo appreso. Poiché abbiamo già ascoltato la canzone, abbiamo il piacere di anticipare il momento successivo.

Quando si ha dunque necessità di concentrarsi, si può puntare sulla musica familiare che aiuta ad alleviare lo stress e a connettersi con le emozioni di cui si ha bisogno per essere pienamente presenti.

Bisogna altresì fare attenzione se la musica ci “piace”. Diversi studi hanno infatti dimostrato che il piacere d’ascolto segue una curva a U. All’inizio aumenta, ma dopo un po’ di tempo, una volta che il cervello si è abituato, il rendimento diminuisce.

Un altro gruppo di ricercatori ha capito che il tipo di musica che influenza più positivamente l’apprendimento è quella “soft-fast”, come I’m Yours di Jason Mraz o Love on Top di Beyoncé. La musica “loud-fast”, “soft-slow” e “loud-slow” tende a ostacolare l’apprendimento. Anche la musica strumentale può essere meno dannosa di quella con testo.

Come la musica familiare influenza il cervello

Ci sono molti modi in cui la musica può influire sulla capacità di concentrazione del cervello. Un meccanismo consiste nel ridurre lo stress e il cortisolo, consentendo al centro di attenzione del cervello di operare senza interruzioni.

Nel cervello, i centri di attenzione sono direttamente collegati alle regioni che elaborano le emozioni, quindi qualsiasi musica che ci renda emotivamente più volatili potrebbe interrompere la nostra concentrazione.

D’altra parte, quando si reprimono i sentimenti, le emozioni negative rimangono nel cervello. E per quanto si possa fare, si perde la capacità di concentrarsi. Quindi, se la musica ci aiuta a entrare in contatto con le nostre emozioni, può anche aiutarci a pensare in modo più chiaro.

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