Il risparmio da 10mila miliardi di dollari: come salvare il Pianeta (e le tasche) con una rivoluzione alimentare mondiale

La produzione esistente distrugge più valore di quanto ne crei a causa dei costi medici e ambientali, dicono i ricercatori, ragione per cui uno spostamento verso un sistema alimentare globale più sostenibile potrebbe creare fino a 10mila miliardi di dollari di benefici all'anno, migliorare la salute umana e dare un freno alla crisi climatica

Mangiamo troppo (solo una parte del Pianeta), male e produciamo più di quanto abbiamo realmente bisogno: ciò comporta un dispendio di risorse e costi sanitari inestimabili. È il motivo per cui rendere davvero sostenibili i sistemi alimentari globali ci salverebbe la pelle e ci porterebbe vantaggi per 10mila miliardi di dollari ogni anno, l’equivalente del 60% del PIL di tutta l’Europa.

È quanto emerge dal rapporto The Economics of the Food System Transformation, l’analisi più completa mai prodotta sullo stato dei sistemi alimentari globali, realizzata in 4 anni da una commissione indipendente formata da circa 40 scienziati della Food System Economics Commission (FSEC).

Lo studio parte dall’assunto che i sistemi alimentari stanno attualmente distruggendo più valore di quanto ne creino e che è urgentemente necessaria una revisione delle politiche del sistema alimentare.

I costi dell’inazione volta a trasformare il sistema alimentare ormai fallito supereranno probabilmente le stime contenute in questa valutazione, dato che il mondo continua a muoversi rapidamente lungo un percorso estremamente pericoloso. È probabile che non solo supereremo il limite di 1.5°C, ma dovremo anche affrontare decenni di superamento, afferma Johan Rockström, direttore dell’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico (PIK) e direttore della FSEC. L’unico modo per tornare a 1.5°C è eliminare gradualmente i combustibili fossili, mantenere la natura intatta e trasformare i sistemi alimentari da fonte a serbatoio di gas serra. Il sistema alimentare globale ha quindi in mano il futuro dell’umanità sulla Terra.

Lo studio

Nel rapporto, gli scienziati forniscono il modello più completo degli impatti di due scenari futuri possibili: le “Tendenze attuali” e la “Trasformazione del sistema alimentare”.

Nel percorso “Tendenze attuali”, il rapporto prevede cosa può accadere entro il 2050: l’insicurezza alimentare lascerà ancora 640 milioni di persone, compresi 121 milioni di bambini, sottopeso in alcune parti del mondo, mentre l’obesità aumenterà del 70% a livello globale. I sistemi alimentari continueranno a causare un terzo delle emissioni globali di gas serra, che porteranno a un riscaldamento di 2.7 gradi entro la fine del secolo rispetto ai periodi preindustriali. La produzione alimentare diventerà sempre più vulnerabile ai cambiamenti climatici, con la probabilità che si verifichino eventi estremi in drammatico aumento.

mangiare sostenibile

©FSEC

Nel percorso di “Trasformazione del sistema alimentare”, se entro il 2050 vengono messe in atto politiche e pratiche migliori, si potrebbe arrivare ad eliminare la sottonutrizione e salvare complessivamente 174 milioni di vite da morte prematura dovuta a malattie croniche legate all’alimentazione. I sistemi alimentari potrebbero diventare pozzi netti di carbonio entro il 2040 e limitare così il riscaldamento globale al di sotto di 1.5 gradi entro la fine del secolo, proteggendo altri 1.4 miliardi di ettari di terreno.

Possibile un cambiamento di tendenza?

I sistemi alimentari sono responsabili di un terzo delle emissioni globali di gas serra, mettendo il mondo sulla buona strada per un riscaldamento di 2,7°C entro la fine del secolo. Questo crea un circolo vizioso, poiché le temperature più elevate portano a condizioni meteorologiche più estreme e maggiori danni ai raccolti.

Un cambiamento non solo è possibile, ma è anche necessario, soprattutto perché l’insicurezza alimentare va poi a gravare sui sistemi sanitari: lo studio ha infatti previsto che un approccio business-as-usual lascerebbe 640 milioni di persone sottopeso entro il 2050, mentre l’obesità aumenterebbe del 70%.

Possibile riorientare quindi il sistema alimentare? Sarebbe politicamente impegnativo, dice lo studio, ma ciò porterebbe enormi benefici economici e di benessere.

Il sistema alimentare globale ha in mano il futuro dell’umanità sulla Terra, dice Johan Rockström, dell’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico e uno degli autori dello studio.

La ricerca propone in pratica uno spostamento dei sussidi e degli incentivi fiscali dalle monocolture distruttive su larga scala che si basano su fertilizzanti, pesticidi e disboscamento. Invece, gli incentivi finanziari dovrebbero essere diretti verso i piccoli proprietari terrieri che potrebbero trasformare le aziende agricole in pozzi di assorbimento del carbonio con più spazio per la fauna selvatica. Idea giusta e ideale, ovvio, ma che pare stridere fortemente con quelle che sono le reali esigenze degli agricoltori di mezza Europa, per esempio, che in questi giorni si stanno mobilitando chiedendo, tra le altre cose, politiche meno restrittive.

mangiare sostenibile

©FSEC

Un altro elemento chiave è un cambiamento di dieta, insieme all’investimento in tecnologie per migliorare l’efficienza e ridurre le emissioni. Oltre al suo impatto sul clima, il cibo è uno dei principali motori del cambiamento di uso del suolo e del declino della biodiversità ed è responsabile del 70% del prelievo di acqua dolce.

Con meno insicurezza alimentare, conclude il rapporto, la denutrizione potrebbe essere sradicata entro il 2050, con 174 milioni di morti premature in meno e 400 milioni di lavoratori agricoli in grado di guadagnare un reddito sufficiente. La transizione proposta contribuirebbe a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali e a dimezzare i deflussi di azoto dall’agricoltura.

Cosa aspettiamo quindi? Una rivoluzione alimentare mondiale si può fare e può partire solo da noi.

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