Altroconsumo ha messo a confronto la dieta mediterranea, vegetariana e vegana per capire quale è la più sostenibile ma anche la più economica. Vediamo cosa ha scoperto
Le scelte alimentari che facciamo ogni giorno non riguardano solo la nostra salute ma hanno anche un impatto diretto sull’ambiente e sulle risorse del Pianeta. Un’indagine condotta da Altroconsumo ha messo a confronto tre diverse diete – mediterranea, vegetariana e vegana – per valutarne l’impatto ambientale e il costo economico. I risultati? Per noi non troppo soprendenti.
Ma partiamo dall’inizio. Per condurre l’indagine è stata chiesta l’assistenza di un nutrizionista per creare tre regimi alimentari equilibrati che appunto seguissero la dieta mediterranea, quella vegetariana o quella vegana. Tutti erano progettati per soddisfare le esigenze nutrizionali di un individuo medio con un apporto calorico giornaliero di 2.000 kcal.
Successivamente, sono stati analizzati gli alimenti e le relative quantità prescritte per ciascuna dieta al fine di valutare il loro impatto ambientale e il costo. Infine, i risultati ottenuti sono stati confrontati per determinare quale delle tre diete è la più sostenibile.
Per valutare l’impatto ambientale delle 3 diete su base settimanale, è stata utilizzata la metodologia LCA (Life Cycle Assessment) e sono stati analizzati i tre parametri più significativi: consumo di acqua, occupazione del suolo ed emissioni di CO2 equivalente, al fine di evidenziare le differenze tra le tre diete.
I risultati
Secondo l’indagine, sono le diete vegetariana e vegana ad essere le migliori in termini di sostenibilità ambientale. Di conseguenza, la dieta mediterranea, caratterizzata dal consumo di carne e pesce, risulta essere la meno “green” tra le tre considerate.
Altroconsumo sottolinea infatti che le emissioni di CO2 equivalente, il consumo di suolo e di acqua sono notevolmente inferiori nelle diete vegetariana e vegana rispetto alla dieta mediterranea.
Questi i dati:
- Dieta mediterranea: una persona che segue questa dieta produce settimanalmente 15 kg di CO2 equivalente, consuma 18,84 mq di suolo e 1.880 litri di acqua
- Dieta vegetariana: questa dieta, che esclude carne e pesce ma include uova e latticini, comporta una produzione settimanale di 10,88 kg di CO2 equivalente, consuma 16,80 mq di suolo e 1.980 litri di acqua
- Dieta vegana: questo regime alimentare, che elimina completamente gli alimenti di origine animale, mostra l’impatto ambientale più basso: 8,28 kg di CO2 equivalente settimanali, 15,24 mq di suolo e 1.810 litri di acqua
Oltre all’impatto ambientale, Altroconsumo ha valutato anche il costo delle tre diete. E anche considerando questo aspetto, la dieta vegetariana si è rivelata essere la più conveniente, seguita dalla dieta vegana e infine dalla dieta mediterranea.
- Dieta Vegetariana: la spesa settimanale per questa dieta è di circa 53 euro
- Dieta Vegana: ha un costo settimanale intorno ai 54 euro
- Dieta Mediterranea: il costo è di circa 63 euro
Naturalmente, è l’eliminazione (o riduzione) del consumo di carne e pesce a contribuire significativamente ad abbassare il costo complessivo della spesa alimentare settimanale. Gli alimenti di origine vegetale tendono ad essere più economici e, quando inclusi in modo equilibrato nella dieta, possono garantire un adeguato apporto di nutrienti essenziali.
Insomma, la dieta vegetariana ma anche quella vegana non solo sono più sostenibili dal punto di vista ambientale ma si rivelano anche più convenienti dal punto di vista economico rispetto alla dieta mediterranea.
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Fonte: Altroconsumo
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