Sprechi alimentari: basta “doggy bag”, inventiamo un nuovo termine per portare via il cibo avanzato al ristorante

L'Ispra ha lanciato un'iniziativa per cambiare il nome della "doggy bag", eliminando l'elemento di imbarazzo legato alla pratica di portare via il cibo dal ristorante facendo credere che gli avanzi siano per il cane. Chiunque può suggerire un nuovo nome per promuovere la riduzione degli sprechi alimentari

Negli ultimi anni, la consapevolezza riguardo al problema degli sprechi alimentari è cresciuta in maniera importante in tutto il mondo. L’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità si è diffusa anche nei ristoranti, dove è nata un’interessante proposta per combattere il “food waste“.

Si tratta dell’adozione della “doggy bag“, un’usanza nata in America che è diventata sempre più comune anche in Italia e in altre parti del mondo.

Il termine “doggy bag” ha le sue radici nella tradizione americana di portare via il cibo avanzato da un ristorante facendo finta che sia destinato agli animali domestici. Tuttavia, questa espressione può far sentire alcune persone in imbarazzo o sottovalutare l’importanza di tale pratica. In realtà, il concetto di portare a casa il cibo avanzato è estremamente virtuoso e riduce notevolmente gli sprechi alimentari.

Niente vergogna, dunque, ed è arrivato il momento di cambiare la terminologia perché, si sà, le parole sono importanti e non è più tempo di nascondersi dietro a cani o gatti per fare quello che va fatto: portare a casa il cibo avanzato e non sprecarlo!

L’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha lanciato l’idea di trovare un nome migliore per questa pratica ecologica e sostenibile. L’obiettivo è eliminare qualsiasi elemento di vergogna o imbarazzo associato alla “doggy bag” e rimpiazzare questa vecchia dicitura con un termine che sottolinei la sua importanza nella lotta agli sprechi.

Il concorso, aperto a chiunque desideri partecipare, invita tutti a condividere idee e suggerimenti per stabilire un nome migliore. Le proposte, che possono variare da nomi descrittivi a quelli più creativi e divertenti purché trasmettano in qualche modo l’idea di salvare il cibo avanzato al ristorante, possono essere inviate in diversi modi:

  • lasciando un commento sui canali social dell’Ispra
  • inviando un messaggio in direct

Tutte le proposte saranno raccolte e esaminate con attenzione.

Dopo la fase di raccolta delle idee, il prossimo mese verrà avviata una votazione per selezionare il nome vincitore. Questo sarà poi promosso e utilizzato nei ristoranti.

Qualche anno fa, Fipe e Comieco avevano lanciato la versione italiana della “doggy bag” chiamata Rimpiattino (anche in quel caso il nome era stato scelto tramite un concorso) ma più di tanto la terminologia non era riuscita a prendere piede. Vediamo se stavolta sarà raggiunto l’intento. Leggi anche: Rimpiattino: ecco il nome italiano della Doggy Bag. E lo avete scelto voi!

Quello che può sembrare un semplice cambiamento di nome, è in realtà un passo importante verso la riduzione degli sprechi alimentari. Questa iniziativa è un esempio di come anche le piccole azioni e le scelte linguistiche possano contribuire in modo significativo alla creazione di una società più sostenibile.

Il nuovo nome per la “doggy bag” dovrebbe rispecchiare la sua vera essenza, quella di una pratica ecologica e virtuosa che aiuta a combattere il food waste ma allo stesso tempo il messaggio deve essere chiaro, comprensibile e di impatto per il largo pubblico. Un’impresa non semplice.

Se hai qualche idea geniale non ti resta che partecipare al concorso dell’Ispra.

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Fonte: ISPRA

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