Rimpiattino: ecco il nome italiano della Doggy Bag. E lo avete scelto voi!

La doggy bag inizia a "parlare" italiano e diventa "rimpiattino": in carta e cartone sbarcherà nei primi 1.000 ristoranti in tutta Italia.

Stop agli sprechi alimentari con il rimpiattino: un progetto che vuole fare della doggy bag una pratica sempre più consolidata in Italia

Da sempre sinonimo di cultura del recupero nella lotta agli sprechi alimentari, la doggy bag si italianizza e prende il nome di rimpiattino. Dal goliardico suono d’infanzia, il “rimpiattino” è la proposta vincitrice del concorso indetto da Fipe e Comieco rivolto al mondo della ristorazione italiana.

In carta e cartone riciclabili, i rimpiattini sbarcheranno nei primi 1.000 ristoranti in tutta Italia, ma già altri 30 mila esercizi sono pronti a partecipare all’iniziativa.

Si tratta della proposta del Ristorante Duke’s di Roma scelta da Fipe (la Federazione Italiana Pubblici Esercizi) e Comieco (il Consorzio Nazionale per il recupero e riciclo di carta e cartone), tra quelle arrivate dai ristoranti italiani per dare un sinonimo italiano alla doggy bag, la principale “arma” contro lo spreco alimentare quando si mangia fuori casa.

Non un vero e proprio neologismo ma un concetto che riporta alla cultura, tutta italiana, del “rimpiattare”, ovvero del saper rielaborare gli avanzi del giorno precedente perché il cibo non si spreca non solo per ragioni economiche ma per rispetto alla fatica ed al lavoro necessari per portarlo in tavola”, dichiara il Presidente Fipe Lino Enrico Stoppani.

Lo spreco alimentare nella ristorazione italiana

Secondo una ricerca dell’ufficio studi Fipe, negli ultimi anni è cresciuta di molto la sensibilità dell’opinione pubblica e delle imprese della ristorazione sul tema degli sprechi alimentari.

Secondo l’80% dei ristoratori intervistati il problema dello spreco di cibo nei loro esercizi è considerato rilevante (tra questi il 50,6% lo considera “molto rilevante”).

Ma quando si spreca maggiormente? Pare che sia il consumo finale èil momento in cui avviene il maggiore spreco di cibo (per il 51,6% dei ristoratori). Dopo di esso, approvvigionamento e preparazione sono considerati più o meno a pari merito (rispettivamente dal 25,4% e dal 25,0% del campione).

Qual è la principale ragione del problema dello spreco? Il 55% dei ristoratori rileva che spesso si spreca molto cibo perché i clienti non mangiano tutto quello che hanno ordinato, insieme a una questione di atteggiamento: raramente infatti i clienti chiedono di poter portare via gli alimenti non consumati, così come il vino. I motivi sono l’imbarazzo (55%), scomodità (19,5%) e indifferenza (18,3%).

Ciò nonostante, molti i ristoratori propongono di propria iniziativa di portare via quello che non è stato consumato, seguito da un 34% che lo fa raramente e da un restante 24% che non lo fa mai. Ma non temete, perché comunque il 90% dei ristoranti è già attrezzato con i classici contenitori in alluminio per consentire ai clienti di portarsi via il cibo ordinato e non consumato.

Tutto sta a chiedere e a non vergognarsi. Quello che non mangiate va a finire nella spazzatura, a chi conviene questo gravissimo spreco?

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Germana Carillo

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