Consumo di carne: dalla piramide alimentare alla clessidra per renderlo più sostenibile

In Italia il numero di vegetariani e vegani cresce di anno in anno ma sono ancora numerosi i consumatori di carne, nonostante la crisi e i prezzi elevati, che hanno comunque contribuito ad un calo dei consumi negli ultimi tempi.

In Italia il numero di vegetariani e vegani cresce di anno in anno ma sono ancora numerosi i consumatori di carne, nonostante la crisi e i prezzi elevati, che hanno comunque contribuito ad un certo calo dei consumi negli ultimi tempi.

Dalla filiera zootecnica in vista di Expo 2015 arriva una proposta per rendere il consumo di carne più sostenibile per la salute e per l’ambiente. Ecco allora la Clessidra Ambientale, un nuovo schema che affianca la classica piramide alimentare e che vuole mostrare l’impronta di carbonio di differenti categorie di cibo.

Ovviamente la filiera zootecnica ha tutti gli interessi perché il consumo di carne prosegua. È degli ultimi giorni la notizia della controversa iniziativa di Federcarni, nata per promuovere la carne come alimento genuino e salutare. La campagna, basata su slogan come “No ai grassi. Sì alla carne” e “No al colesterolo. Sì alla carne” presenta in se stessa degli evidenti controsensi e segnala una certa crisi del settore.

In occasione di Expo 2015 il tema “Nutrire il Pianeta” sembra diventare il pretesto per promuovere il consumo di qualsiasi tipo di alimento, carne compresa. Si passa così, allora, dalla piramide alimentare simbolo della dieta mediterranea alla Clessidra Ambientale, nata per dimostrare che mangiare carne nelle giuste quantità è benefico sia per la salute, che per la tutela dell’ambiente e per l’economia.

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La novità è stata presentata in Senato da Assocarni come proposta per la Carta di Milano, documento dedicato all’alimentazione sostenibile in vista dell’Expo. La Carta di Milano viene descritta come un mezzo per fornire un contributo fondamentale al tema “Nutrire il Pianeta”, una delle priorità dell’Onu per i prossimi decenni.

La clessidra ambientale è parte del progeto Carni Sostenibili, nato dalla collaborazione delle tre maggiori filiere zootecniche italiane (bovine, suine e avicole) per fare chiarezza sul mondo delle carni, un settore che oggi impiega oltre 180 mila addetti, generando un valore economico di 30 miliardi di euro all’anno, rispetto ai circa 180 miliardi dell’intero settore alimentare e ai 1500 miliardi del Pil, secondo quanto dichiarato da Luigi Scordamaglia, vice presidente di Assocarni.

L’impressione è ancora una volta che la carne venga presentata come alimento salutare soltanto per cercare di rilanciare dal punto di vista economico un settore in crisi e non per tutelare realmente il benessere dei cittadini o l’ambiente, dato che è stata data massima importanza al giro d’affari miliardario della produzione e vendita di carne nella presentazione ufficiale del progetto.

Partendo dalla classica piramide alimentare, la Clessidra Ambientale arriva a dimostrare che carne e ortofrutta hanno un impatto ambientale praticamente analogo per sottolineare come il consumo di carne possa essere sostenibile sia per l’ambiente che dal punto di vista della spesa alimentare delle famiglie.

In ogni caso, proprio osservando la clessidra, si nota che la carbon footprint settimanale di carne, pesce, uova e salumi è comunque superiore rispetto a quella di frutta, ortaggi e prodotti a base di cereali.

clessidra ambientale

E, infine, uno studio condotto di recente dal Nutrition Ecology Intenational Center sull’impatto ambientale dell’alimentazione ha evidenziato che le diete basate esclusivamente su prodotti vegetali hanno un impatto ambientale sempre minore sia rispetto alle diete lacto-ovo-vegetariane, sia rispetto alle diete onnivore, indicando ad esempio che l’impatto della dieta onnivora sull’ambiente è 4,6 volte superiore rispetto a quello della dieta vegana.

Presentare la carne come un alimento sostenibile dal punto di vista ambientale non vi sembra dunque un controsenso?

Marta Albè

Fonte foto: carnisostenibili.it

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