Carne coltivata: sì, gli scienziati hanno davvero creato una polpetta di mammut

Un’azienda australiana resuscita letteralmente la carne di specie perdute per dimostrare il potenziale della carne prodotta da cellule. Certo, sono diversi gli studi che confermano la maggiore sostenibilità della carne sintetica

Sostituire la carne convenzionale proveniente dall’abbattimento degli animali con carne coltivata in laboratorio, meno inquinante. E perché non pensare ai mammut?

È l’assunto dal quale è partita un’azienda specializzata proprio in carne coltivata, la australiana Vow Food, che ha riprodotto polpette di mammut partendo dallo sviluppo in laboratorio delle cellule dell’animale ormai estinto.

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Un esperimento vero e proprio che vuole dimostrare come la tecnica di coltivazione della carne consenta di non macellare gli animali per il nostro sostentamento e far emergere i punti di contatto tra la produzione di bestiame su larga scala e la distruzione della fauna selvatica e la crisi climatica.

Come è stata creata la polpetta di mammut

Vow ha lavorato con il team di Ernst Wolvetang, docente dell’Australian Institute for Bioengineering presso l’Università del Queensland. Ad essere stata utilizzata è la mioglobina, una proteina ricca di ferro che si trova nei muscoli del mammut, colmato le poche lacune di Dna usando quello dell’elefante.

Gli scienziati hanno poi inserito la sequenza nelle cellule staminali del mioblasto di una pecora, che si è replicato fino a raggiungere i 20 miliardi di cellule, successivamente utilizzate dall’azienda per coltivare la carne di mammut.

È stato incredibilmente facile e veloce – ha detto Wolvetang. L’abbiamo fatto in un paio di settimane. Inizialmente, l’idea era di produrre carne di dodo, ha detto, ma le sequenze di DNA necessarie non esistono.

Ma perché proprio il mammut?

Abbiamo scelto il mammut lanoso perché è un simbolo della perdita di diversità e un simbolo del cambiamento climatico – spiega Tim Noakesmith, cofondatore di Vow. Si ritiene infatti che il mastodontico animale si sia estinto a causa della caccia da parte dell’uomo e del riscaldamento globale dopo l’ultima era glaciale. A proposito di animali scomparsi, nel 2018 l’azienda Gelton aveva utilizzato il Dna del mastodonte, anch’esso lanoso e simile a un elefante per creare orsetti gommosi.

Nessuno ha ancora assaggiato la mastodontica polpetta.

Non abbiamo visto questa proteina per migliaia di anni – ha detto Wolvetang. Quindi non abbiamo idea di come reagirebbe il nostro sistema immunitario quando lo mangiamo. Ma se lo facessimo di nuovo, potremmo sicuramente farlo in un modo che lo renderebbe più appetibile per gli organismi di regolamentazione.

La carne coltivata consuma molta meno terra e acqua rispetto al bestiame e non produce emissioni di metano. Vow ha affermato che l’energia che utilizza proviene da fonti rinnovabili e che il siero bovino fetale, un mezzo di crescita prodotto da feti bovini, non viene utilizzato in nessuno dei suoi prodotti commerciali.

E voi? Mangereste una polpetta di mammut?

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Fonti: The Guardian / Vow Food

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