Banana di montagna: un frutto esotico delizioso e sempre più popolare in Europa (ma attenzione ai rischi)

Forse non avete mai sentito parlare della banana di montagna, un frutto esotico originario degli Stati Uniti che sta diventando popolare anche in Europa. Le autorità sanitarie tedesche però avvisano che si tratta di un frutto che presenta alcuni rischi, in particolare per i bambini a causa della presenza al suo interno di alcuni composti neurotossici

Varietà sempre più numerose di frutta esotica sono presenti sul mercato italiano ma forse non avete mai notato un’insolita banana nota come banana indiana o banana di montagna (Asimina triloba). Si tratta di un frutto che nasce nelle zone subtropicali e temperate del Nord America ed è apprezzata per il suo gusto che ricorda un mix tra mango, banana e ananas.

I frutti, che maturano anche dopo la raccolta (settembre e ottobre), hanno una buccia liscia, sottile, sensibile alla pressione e leggermente bruna. A maturazione la gustosa polpa del frutto è giallastra e morbida e la sua consistenza ricorda l’avocado; in essa sono racchiusi da 10 a 20 semi relativamente grandi, di colore marrone scuro.

Questi frutti venivano mangiati dai nativi americani e sono generalmente considerati commestibili. Ora questa banana è però arrivata anche in Europa e sembra che in Germania stia spopolando, soprattutto a livello di coltivazioni private. Grazie ai cambiamenti climatici, infatti, è abbastanza facile coltivarla anche in Paesi che non sarebbero proprio il suo habitat ideale.

Recenti indagini condotte dal CVUA Stoccarda, però, sollevano dubbi sulla sicurezza del suo consumo e portano alla luce una serie di preoccupazioni legate alla presenza di alcuni composti tossici in questa banana.

Nel corso di quest’anno, infatti, le autorità tedesche hanno ricevuto diverse segnalazioni di casi di mal di stomaco e indigestione dopo il consumo di banane di montagna coltivate privatamente. Questo ha suscitato l’interesse degli esperti sulla sicurezza del frutto e, nonostante la mancanza di segnalazioni simili in passato, il CVUA ha deciso di condurre un’indagine approfondita.

L’attenzione si è concentrata sulla famiglia delle annonaceae, di cui fa parte la banana indiana, nota per la produzione di acetogenine e alcaloidi isochinolinici. Le acetogenine sono considerate neurotossiche e citotossiche, mentre gli alcaloidi isochinolinici sono poco studiati ma potenzialmente pericolosi. Entrambi questi composti sono noti per danneggiare cellule e tessuti e, nel caso delle acetogenine, possono avere effetti neurodegenerativi.

L’esame, condotto nel laboratorio del CVUA, ha rivelato una presenza significativa di acetogenine e alcaloidi isochinolinici nella banana di montagna. In particolare, nella polpa del frutto sono state identificate oltre 80 diverse acetogenine e 15 alcaloidi isochinolinici. Questi risultati sono molto superiori rispetto a quelli ottenuti analizzando altre annonaceae, come la cherimoya e l’annone spinoso (graviola).

banana di montagna analisi

@CVUA Stoccarda

Dati i risultati dell’indagine quindi, sembra che il consumo di questo frutto sia da valutare con attenzione, specialmente considerando il suo elevato contenuto in acetogenine. Un’attenzione particolare va prestata ai bambini che dovrebbero proprio evitare il consumo di banana di montagna.

In conclusione, il CVUA di Stoccarda scrive:

Considerando il contenuto di acetogenina significativamente più elevato rispetto alla graviola e l’evidenza di un effetto neurotossico associato, non sembra consigliabile consumare in sicurezza la banana di montagna nonostante il suo gusto delizioso. Ciò è particolarmente vero per il consumo da parte dei bambini, il cui sistema nervoso ancora in via di sviluppo può rivelarsi particolarmente sensibile agli effetti delle neurotossine.

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Fonte: CVUA Stoccarda

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