Coca Cola: stop alla vendita di alcuni suoi prodotti in Croazia dopo diversi casi sospetti di avvelenamento

In seguito a diversi casi di persone che hanno riportato malori e lesioni alla gola dopo aver consumato bevande in bottiglia del marco Coca Cola, alcuni prodotti sono stati ritirati dal mercato e le autorità croate hanno consigliato ai cittadini di bere solo acqua del rubinetto. Le prime indagini sui prodotti hanno già dati alcuni risultati

Coca-Cola ha richiamato alcune delle sue bevande dal mercato croato, la decisione è stata presa in collaborazione con l’Ispettorato per la sanità pubblica della Croazia.

Ciò si è reso necessario in quanto alcuni consumatori hanno accusato seri problemi alla gola e al sistema digerente mentre altre decine di persone hanno segnalato problemi minori ma apparentemente tutti legati al consumo di bevande del marchio.

Più nello specifico, le bevande richiamate sono le seguenti:

  • Coca-Cola Original Taste da mezzo litro in bottiglie di plastica
  • due varianti dell’acqua minerale Römerquelle Emotion Blueberry Pomegranate da 330 ml

Le prime indagini hanno suggerito da subito la possibilità di contaminazione da parte di sostanze caustiche. Coca Cola, però, nonostante il ritiro dei prodotti, ha dichiarato in una nota che: “la nostra analisi interna non ha mostrato irregolarità nella produzione o nei prodotti“. Per approfondire la questione, però, l’azienda stava inviando campioni per ulteriori test sulle bevande incriminate.

I sintomi accusati dai consumatori sono stati soprattutto lesioni alla cavità orale e all’esofago, i giovani che hanno bevuto i prodotti della Coca Cola hanno riferito di un’immediata sensazione di bruciore nella bocca e nello stomaco, seguita in alcuni casi da episodi di vomito con tracce di sangue.

Le indagini

Le autorità sanitarie croate hanno immediatamente avviato un’indagine dettagliata, invitando la popolazione ad evitare il consumo di bevande gassate, scegliendo solo acqua di rubinetto, in attesa di ulteriori sviluppi. Al momento, la fonte e la modalità di contaminazione delle sostanze caustiche rimangono ancora oscure.

Gli ultimi aggiornamenti sulla questione sono di ieri, quando Coca Cola ha dichiarato che il caso di Fiume (una delle persone ricoverate era residente in questa città) è stato isolato. I risultati delle analisi hanno dimostrato che una soluzione acquosa fortemente alcalina (un detersivo e/o sgrassante) era presente sia nella bottiglia che nel bicchiere usato dal consumatore. Come ci sia finito non è ben chiaro.

Per quanto riguarda il primo caso che si è verificato a Zagabria, nella bottiglia di plastica non sono stati trovati invece composti insoliti e c’è ancora molto da chiarire su questo e tutti gli altri episodi che si sono verificati in Croazia.

Coca Cola si mostra però ottimista e Bruno Jelić, direttore del dipartimento affari aziendali e sostenibilità della Coca-Cola HBC Adria, in merito al caso di Fiume ha dichiarato che:

Ora possiamo finalmente dire che si tratta di un incidente isolato legato ad una bottiglia di vetro, e speriamo che la fiducia dei consumatori nella sicurezza e nella correttezza dei nostri prodotti ritorni gradualmente.

Ma dopo eventi del genere, persone ancora in ospedale e l’opinione pubblica che da giorni si interroga sulla sicurezza delle bevande, non sarà così facile.

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Fonte: Reuters

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