Oltre 2mila vittime delle devastanti scosse di terremoto in Afghanistan (di cui nessuno parla)

L’Afghanistan è martoriato dalle scosse di terremoto: due violentissime in pochi giorni hanno ucciso più di 2.000 persone e raso al suolo interi villaggi

Nell’indifferenza di gran parte dei media, nella notte tra il 10 e l’11 ottobre un altro forte terremoto ha colpito la provincia afghana occidentale di Herat in Afghanistan. La stessa area era già devastata dal disastroso sisma di pochi giorni fa, che ha portato alla perdita di interi villaggi e ha lasciato la popolazione in uno stato di profonda disperazione.

Quest’ultimo evento sismico, di magnitudo 6.4, ha colpito in prossimità della zona a nord di Herat alle 05:10 ora locale (00:40 GMT), con un epicentro situato a circa 29 chilometri dalla città come comunicato dall’USGS, il servizio di monitoraggio geosismico statunitense.

La profondità ridotta del terremoto ha aggiunto ulteriore complessità alla situazione e alla già vulnerabile popolazione stremata dalle continue scosse di assestamento. I soccorsi sono sempre più difficili a causa della mancanza di strade, di medicine e di strutture sanitarie.

Il bilancio ha superato le 2.000 vittime

Come detto, il terremoto è sopraggiunto dopo la violenta scossa di sabato scorso, il cui epicentro era situato a circa 40 chilometri a nord-ovest della capitale Herat. Di magnitudo 6.3, secondo le stime aveva provocato almeno 2.053 morti e 9.249 feriti.

Al momento, le informazioni sui danni causati dall’ultima scossa sono scarse, ma non sembrano esserci stati altri morti. Rimane comunque il fatto che ben poco è rimasto in piedi dei villaggi precedentemente colpiti. Nella zona di Herat, circa 2000 case sono crollate in 20 differenti comunità. Un unico ospedale serve l’intera area, accentuando la difficoltà di fornire adeguata assistenza medica alle vittime.

Il paese di Naib Rafi, che ospitava circa 2500 residenti, ha subìto particolari devastazioni, e ora sono rimasti in vita solo le persone che al momento dell’evento erano al di fuori delle abitazioni. I sopravvissuti si sono dedicati per molte ore a scavare tombe comuni con l’ausilio di ruspe, cercando di onorare i corpi delle vittime e di dare un minimo di dignità a chi ha perso la vita in questa tragedia.

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