Dalla rinascita dei pappagalli blu di Rio alle piante coltivate nel deserto: le buone notizie green per iniziare al meglio la settimana

Pronti a fare il pieno di ottimismo? Questa selezione di belle notizie vi restituirà fiducia nell'umanità. Perché sì, nel mondo accadono anche cose positive!

Ogni giorno siamo costantemente bombardati da cattive notizie. Basta accendere la tv o dare uno sguardo ai giornali per assistere a racconti di drammi come guerre, omicidi e catastrofi naturali. Ma accanto a tutto ciò, per fortuna, ci sono tante news positive che però non fanno rumore e che rimbalzano decisamente meno sui social.

Per iniziare al meglio la settimana all’insegna dell’ottimismo (di cui abbiamo tanto bisogno!), ve ne proponiamo una selezione delle più recenti, nella speranza di strapparvi un sorriso e regalarvi un pizzico di serenità.

I pappagalli blu di Rio sono salvi dall’estinzione!

Una splendida notizia giunge dal Brasile, dove sono nati di recente due esemplari di Ara di Spix, l’iconico pappagallo dal piumaggio blu (divenuto noto grazie al film d’animazione “Rio”) che era stato dichiarato estinto in natura. L’ultimo avvistamento di questo meraviglioso uccello risaliva al 1986. Ma, grazie ai programmi di ripopolamento della specie, l’Ara di Spix è tornata a ripopolare le foreste amazzoniche.

I due pulli sono venuti al mondo alla fine di ottobre nella riserva protetta di Curaçá, nel nord del Brasile. Ad occuparsi di loro c’è un team di ricercatori e veterinari. La loro nascita è una pietra miliare per la tutela di questa meravigliosa specie e segna il coronamento di un sogno nonché di un efficiente lavoro di squadra.

Il fotovoltaico restituisce il lavoro

A far ben sperare è la vicenda che vede protagonisti tutti gli ex dipendenti Whirpool di Napoli, che sono stati riassunti nella nuova Green factory di TeaTek. Dopo una vertenza di oltre 4 anni e mezzo che ha visto l’alternanza di quattro differenti Governi e proposte industriali spesso inadeguate, l’ex stabilimento campano si avvia verso una rinascita nell’ambito del fotovoltaico.

La multinazionale americana aveva annunciato nel 2019 la chiusura del sito, lasciando in sospeso il futuro di centinaia di lavoratori. Ma, fortunatamente, la svolta è arrivata quest’anno quando TeaTek, azienda campana leader nel settore dei pannelli solari, ha presentato un piano di reindustrializzazione al Bando della Zes Campania, proponendo la riassunzione progressiva dei 312 dipendenti rimasti.

Coltivare piante nel deserto è possibile

Coltivare piante nel deserto? Non è un’utopia e c’è già chi lo sta facendo. Si tratta di una start-up marocchina Sand to Green, che si è posta l’obiettvo nell’arco dei prossimi 5 anni di trasformare un’area desertica in una piantagione sostenibile e redditizia.

Il sistema di agroforestazione può essere implementato in qualunque posto vicino a una fonte di acqua salmastra, che viene desalinizzata utilizzando tecnologia ad energia solare. La piccola impresa pianta, quindi, una varietà di alberi ed erbe da frutto nello stesso spazio – una pratica nota come consociazione – e irriga a goccia le loro radici direttamente con l’acqua sottoposta al trattamento di desalinizzazione per ridurre al minimo l’evaporazione.

Il Bhutan è il primo Paese al mondo ad aver sterilizzato tutti i suoi cani randagi

Un’altra rincuorante notizia arriva dal Regno del Bhutan, ufficialmente il primo Paese al mondo a dichiarare che l’intera popolazione di cani randagi è completamente sterilizzata e vaccinata, dopo anni di investimenti in un programma di gestione umana dei cani in collaborazione con l’associazione Humane Society International (HSI).

Dal quando nel 2009 è stato avviato il progetto, sono stati sterilizzati e sottoposti a vaccini con successo più di 150.000 cani di strada e microchippati 32.000 pelosetti da compagnia. Si tratta di un enorme traguardo per un Paese asiatico, dato che in questo continente ci sono ancora 300 milioni di cani randagi che soffrono la fame e convivono con malattie e sono esposti a incidenti stradali e tanti altri pericoli.

La canapa migliora la produzione e la qualità del vino

La canapa è un’importante alleata dei vigneti: questa pianta erbacea, infatti, è addirittura in grado di incidere positivamente sulla qualità del vino. A suggerirlo è un interessante studio scientifico della durata di 3 anni condotto in Nuova Zelanda. Per avere la conferma il team di ricercatori ha piantato semi di semi di cannabis sativa cv Kompolti in un vigneto di Sauvignon blanc nella regione Marlborough, sull’Isola del Sud.

E i risultati sono stati sorprendenti! Sin da subito si è notato come la canapa avesse attecchito senza bisogno di irrigazione supplementare anche durante la stagione secca. Ma non solo. L’uso della canapa ha contribuito a migliorare la salute del suolo e di conseguenza a produrre un vino di qualità superiore.

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