L’82% dei pazienti Covid-19 ha una carenza di vitamina D (e questo potrebbe incidere sulla comparsa della malattia)

Un nuovo studio condotto in Spagna conferma che si è maggiormente esposti al Covid-19 se si ha carenza di vitamina D

L’82% delle persone positive a Covid-19 presentano una carenza di vitamina D e potrebbe essere proprio questo uno dei motivi per cui si sono ammalate. A confermare quanto già diversi altri studi avevano ipotizzato in questi mesi di pandemia, arriva ora una nuova ricerca spagnola.

Il ruolo della vitamina D in fase preventiva e nel trattamento del Covid-19 è stato oggetto di studio da parte di diversi ricercatori fin dall’inizio della pandemia. Sono stati molti gli esperti nel mondo che hanno notato come, ad una carenza di questa sostanza nel sangue, corrisponda una maggiore possibilità di contrarre il coronavirus.

Ci sono stati anche studi che ritengono che la carenza di vitamina D esponga ad una sintomatologia peggiore in caso di contagio.

Ora a tornare sul rapporto tra vitamina D e Covid-19 arriva un nuovo studio dell’Ospedale Universitario Marqués de Valdecilla, a Santander in Spagna.

La ricerca ha preso a campione 216 pazienti positivi al coronavirus ricoverati nell’ospedale universitario e 197 persone del gruppo di controllo.

Valutando i livelli di vitamina D nel sangue, gli scienziati hanno evidenziato che l‘ 82,2% dei pazienti ricoverati per il coronavirus presentava una carenza di vitamina D, rispetto a al 47,2% delle persone sane.

Inoltre, l’analisi ha rivelato che i livelli di vitamina D nei pazienti con Covid-19 erano inferiori negli uomini rispetto alle donne e che questi pazienti avevano una maggiore prevalenza di ipertensione e malattie cardiovascolari e alti livelli di ferritina e troponina nel sangue, oltre che una degenza ospedaliera più lunga.

Tuttavia, nonostante i dati, gli autori dello studio sottolineano che non è stato possibile stabilire una relazione causale tra i livelli o la carenza di vitamina D e la gravità del Covid-19.

Gli autori riconoscono che il lavoro ha alcuni limiti come ad esempio quello di essere stato svolto in un unico centro ospedaliero, riportando quindi dati che potrebbero non essere generalizzati ad altri contesti, etnie o paesi.

Si tratta inoltre di uno studio osservazionale, quindi se il trattamento con vitamina D gioca un ruolo nella prevenzione della malattia o nel miglioramento della prognosi dei pazienti con Covid-19 dovrà essere chiarito in ampi studi randomizzati controllati.

C’è da dire comunque che diversi studi sono arrivati a simili conclusioni e che non avere carenza di vitamina D è comunque sempre importante per la salute del nostro organismo.

Come ha dichiarato uno degli autori dello studio, José L. Hernández,  dell’Università della Cantabria a Santander:

“Il trattamento con vitamina D dovrebbe essere raccomandato nei pazienti COVID-19 con bassi livelli di vitamina D circolanti nel sangue poiché questo approccio potrebbe avere effetti benefici sia sul sistema muscolo-scheletrico che sul sistema immunitario”.

Il nuovo studio è stato pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.

Fonti: Science Daily / Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism

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