“La lunga strada per il cioccolato”, 7000 mila km in bici alla scoperta delle origini e del giusto prezzo del cacao

"La lunga strada per il cioccolato" racconta il viaggio del ciclista Guido Kunze in Ecuador per scoprire tutti i segreti del cacao e di chi lo produce

Il ciclista tedesco Guido Kunze è andato alla ricerca del miglior cacao dell’America Latina con l’obiettivo di scoprire come mai nel suo paese le tavolette di cioccolato sono così economiche. La sua avventura è raccontata nel documentario “La lunga strada per il cioccolato“.

“Com’è possibile che una barretta di cioccolato sia così economica?” È quello che si è chiesto il ciclista sportivo estremo Guido Kunze dopo averne vista una che costava solo quaranta centesimi in un supermercato.

Per chiarire i dubbi riguardo al cacao e al giusto prezzo che dovrebbe essere pagato a coltivatori e produttori, il ciclista tedesco ha deciso di compiere un viaggio di circa 7000 chilometri alla scoperta dell’Ecuador sulle tracce delle origini del cacao.

Lo sportivo è stato accompagnato in questa avventura da un amico,  il cioccolatiere Alex Kühn che gli ha consigliato proprio questo paese latino americano in quanto “un buon cioccolato deve avere un ottimo cacao e questo si trova in Ecuador“.

Il percorso tra natura e sostenibilità che hanno compiuto è poi diventato “La lunga strada per il cioccolato“, un documentario che mostra la bellezza del Sud America (in particolare Ecuador e Colombia ) ma riflette anche sul prezzo del cacao e sullo stipendio di chi, grazie al cioccolato, sopravvive.

Così ha commentato la sua avventura Guido Kunze alla tv tedesca Deutsche Welle (DW):

“L’idea di fare il percorso in bicicletta voleva far capire alle persone che dietro al cioccolato c’è la natura, ci sono persone che lavorano, oltre a mostrare da quanto lontano arriva. Oggi in Germania la gente non gode più di una barretta di cioccolato ma la divora piuttosto, tuttavia per un buon prodotto c’è un lavoro che costa molto e volevo mostrare cosa c’è dietro ad una barretta di cioccolato”

Inizialmente il viaggio doveva essere solo in Ecuador ma poi i due amici sono arrivati anche in Colombia per incontrare altre comunità che lavorano con il cacao.

“Abbiamo iniziato a Palanda con la visita di piccoli agricoltori perché volevamo acquistare semi naturali – ha raccontato Guido.

In Ecuador sono state trovate le più antiche tracce dell’uso del cacao – ha aggiunto a DW Alfonso Tandazo, un tour operator ecuadoriano con cui Kunze stava pianificando il progetto da due anni – L’idea non era quella di andare nelle grandi piantagioni ma dai contadini che coltivano il cacao per sopravvivere”

Il tour è passato attraverso quattro comunità native, non quindi produttori su larga scala ma piuttosto piccoli produttori. Per alcune delle comunità il cacao rappresenta tra il 10 e il 50% del loro reddito.

I tedeschi hanno visitato per un giorno i sei ettari dell’azienda agricola Andrés Espejo, che ha trascorso cinque anni dedicandosi alla produzione di cacao autoctono della varietà di aromi pregiati e che cresce senza utilizzare prodotti chimici. Il produttore ecuadoriano ha criticato i bassi prezzi del settore.

Gli intermediari sono quelli che sfruttano maggiormente noi produttori – ha dichiarato a DW – per questo motivo non è conveniente per me vendere fave di cacao, ecco perché lo elaboriamo per venderlo in pasta”

Caratterizzata dal suo aroma e sapore, la sua produzione “fino ad oggi è rimasta in Ecuador”. Tuttavia, il produttore ha raggiunto un accordo con l’esperto cioccolatiere tedesco per vendergli una parte della produzione, al doppio del normale prezzo.

“È qualcosa che ci motiva a continuare a lavorare poiché in genere il raccolto non compensa nemmeno il pagamento dello stipendio dei lavoratori”.

La premiere de “La lunga strada per il cioccolato” si è tenuta il 26 novembre a Erhfurt e ha riunito oltre un migliaio di partecipanti, tra cui gli ambasciatori dell’Ecuador e della Colombia in Germania.

La versione spagnola del documentario doveva essere rilasciata a Berlino lo scorso marzo, ma il coronavirus ha bloccato tutto. È dunque rinviata al prossimo anno.

Nel frattempo potete vedere il trailer qui.

Fonte: Deutsche Welle

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook