Bio-materiali: dalle piante di dente di leone la gomma sintetica del futuro

Le proprietà medicinali del tarassaco sono note a tutti. Foglie e radici di questa pianta dai mille nomi (dente di leone/cane, soffione, pisciacane, cicoria selvatica/matta, ecc...) sono un rimedio naturale contro un gran numero di malanni, tanto che la rispettiva cura fitopatica viene detta “tarassacoterapia”. C'è poi chi questa pianta la usa in cucina, ad esempio come insalata depurativa, oppure con le uova o magari nel risotto. Ma c'è anche chi, in un futuro non troppo lontano, la userà per sintetizzare una gomma con cui foderare l'interno delle proprie vetture. Il solito ambientalista estremo? No: la Ford.

Le proprietà medicinali del tarassaco sono note a tutti. Foglie e radici di questa pianta dai mille nomi (dente di leone/cane, soffione, pisciacane, cicoria selvatica/matta, ecc…) sono un rimedio naturale contro un gran numero di malanni, tanto che la rispettiva cura fitopatica viene detta “tarassacoterapia”. C’è poi chi questa pianta la usa in cucina, ad esempio come insalata depurativa, oppure con le uova o magari nel risotto. Ma c’è anche chi, in un futuro non troppo lontano, la userà per sintetizzare una gomma con cui foderare l’interno delle proprie vetture. Il solito ambientalista estremo? No: la Ford.

A portare avanti quello che per ora è soltanto uno studio sono da una parte i ricercatori della Ford e dall’altra quelli dell’Ohio State University. Al centro dei test – condotti presso l’Ohio Agricultural Research and Development Center (OARDC) – pare esserci il “tarassaco russo” (o Taraxacum kok-saghyz), le cui radici contengono una sostanza lattiginosa di colore bianco. Ed è proprio con questa sostanza, come ha spiegato l’ingegnere della Ford Angela Harris, che i ricercatori stanno tentando di sintetizzare la gomma: la gomma sintetica non è sostenibile, e noi quindi cerchiamo di minimizzare il suo uso nei nostri veicoli, quando è possibile. Il tarassaco è potenzialmente un’ottima alternativa naturale per i nostri prodotti.

Questo, per la Ford, non sarebbe il primo né l’unico biomateriale utilizzato nei veicoli fabbricati. In un passato recente infatti, la big dell’industria automobilistica ha prodotti i cuscini con la schiuma di soia, la plastica con il grano, i sistemi sottoscocca con la resina riciclata, e plastica da fibre naturali per i componenti interni. Siamo sempre alla ricerca di nuovi materiali sostenibili – ha spiegato ancora Angela Harris – da usare nei nostri veicoli, materiali che abbiano una bassa impronta ecologica di produzione e che possano crescere in loco. Pare insomma che la tecnologia sia destinata a tornare alle origini, quando la mitica Ford Model T, pensate un po’, aveva i raggi delle ruote in legno!

Roberto Zambon

 

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