Auto prototipo esplosa in tangenziale a Napoli: morto anche il tirocinante Fulvio Filace

È morto anche Fulvio Filace, il venticinquenne che era con Maria Vittoria Prati – deceduta lo scorso 26 giugno – a bordo dell’auto prototipo che, per circostanze ancora da appurare, è esplosa improvvisamente

Non ce l’ha fatta neanche Fulvio Filace, il laureando in Ingegneria Meccanica all’università Federico II e tirocinante del Cnr che era con Maria Vittoria Prati a bordo dell’auto che è esplosa mentre percorreva la tangenziale di Napoli venerdì 23 giugno.

Il ragazzo segue lo stesso destino della ricercatrice di 66 anni del Cnr che è spirata lo scorso 26 giugno dopo che era stata ricoverata presso il Centro Grandi Ustioni dell’ospedale Cardarelli con ustioni di terzo grado sul 90% del corpo.

Fulvio era in coma farmacologico, intubato, con ustioni di terzo grado in gran parte del corpo e con i bronchi occlusi. Era stato sottoposto a varie operazioni chirurgiche, ma la scorsa notte il suo cuore ha cessato di battere dopo aver lottato per cinque lunghi giorni.

Aperta un’indagine per chiarire le dinamiche dell’incidente

La vettura su cui i due viaggiavano era stata realizzata nell’ambito di un progetto sperimentale per convertire le auto convenzionali in ibridi-solari. Maria Vittoria Prati era una stimata ricercatrice che si era distinta nel campo dello studio delle emissioni e dell’utilizzo di combustibili alternativi.

Cosa sia successo è ancora da stabilire. La procura di Napoli ha avviato un’indagine per chiarire le circostanze di quanto accaduto, affidandola ai magistrati della sesta sezione (lavoro e colpe professionali). Contestualmente è anche stato ascoltato un dirigente del Cnr.

Inoltre è stato disposto il sequestro di un’auto gemella a quella andata distrutta, una Volkswagen Polo Tdi prototipo utilizzata nell’ambito del progetto “Life-Save”. Questo mirava a capire se fosse possibile abbinare un motore elettrico con batterie alimentate da pannelli solari a vetture dotate di un propulsore termico per ridurre le emissioni ambientali.

Secondo i primi accertamenti, le cause della deflagrazione – che solo per un caso non ha coinvolto altre vetture – sarebbero da additare ad alcune bombole ritrovate in auto, il cui contenuto per il momento è sconosciuto.

Sarà compito dei vigili del fuoco fare luce sulla tipologia di gas contenuta al loro interno. Gli inquirenti puntano a capire perché le bombole si trovassero a bordo della Polo, se la loro presenza fosse o meno legata al progetto e se il trasporto stesse avvenendo in condizioni di sicurezza.

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Fonte: ANSA

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