Olio d’oliva: se di qualità e italiano lo dirà la risonanza magnetica

Un sistema basato sulla risonanza magnetica ci dirà se l'olio extravergine d'oliva è di qualità e da dove proviene

Finalmente è stato messo a punto un nuovo metodo che potrà dirci quando un olio extravergine d’oliva è di qualità oppure no. Si tratta di un sistema basato sulla risonanza magnetica che sarà in grado di indicare se l’olio in questione è fresco ed esattamente da dove proviene.

La prossima settimana verrà brevettato da alcuni ricercatori del dipartimento di chimica dell’Università della Calabria e a quel punto sarà molto più facile smascherare le numerose frodi alimentari che riguardano questo alimento tipico della nostra dieta.

Iniziano a tremare dunque tutti coloro che spacciano per olio extravergine d’oliva italiano ciò che invece molto spesso non lo è o non lo è del tutto. Non è difficile trovare nei supermercati oli extravergini venduti a prezzi davvero irrisori che lasciano senza dubbio pensare che non siano affatto di qualità.

L’Italia con questo brevetto si prende una piccola rivincita sui recenti sberleffi del New York Times che aveva pubblicato alla fine di gennaio 15 tavole illustrate in cui si sottolineava come la maggior parte degli oli italiani fossero in realtà sofisticati e provenienti da paesi come Spagna, Grecia, Marocco o Tunisia e poi semplicemente imbottigliati nel nostro paese e spacciati per nostri.

Ora grazie al lavoro di Giuseppina De Luca e Loredana Maiuolo, coordinato da Giovanni Sindona direttore del dipartimento di Chimica dell’ateneo di Arcavacata, si è potuta perfezionare una tecnica in grado appunto di darci informazioni importanti sull’olio analizzato.

L’unità di ricerca dell’Università della Calabria aveva già da tempo pubblicato su riviste internazionali un criterio per tracciare l’origine del prodotto basata sulla identificazione e dosaggio di quei microelementi presenti nell’olio che lo riconducono alla terra dove è coltivato. Ciò significa che è possibile, adesso, fornire un servizio a quei produttori onesti che, al di là di ogni dubbio, e non facendo riferimento ad aleatorie prove organolettiche, vogliono sia certificata in maniera scientificamente valida l’origine del loro prodotto” hanno precisato i ricercatori in un comunicato.

Un ottimo passo avanti nella lotta alle frodi alimentari!

Francesca Biagioli

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