Sprechi alimentari: buttiamo 8 mln di cibo l’anno. Le 6 tipologie di consumatori

Rapporto 2014 sullo spreco alimentare domestico elaborato da Waste Watcher/Knowledge for Expo individua 6 tipologie di consumatori: ecco quali

Italiani campioni di sprechi alimentari: il popolo italico nel suo complesso butta nella spazzatura più di 8 miliardi di cibo all’anno, una spesa pari a 6,5 euro settimanali per ogni famiglia. Ma dai “virtuosi” agli “incuranti”, c’è tutto uno stuolo di gente che dello spreco se ne fa (o non se ne fa) un problema di cui farsi carico, per sé e per le generazioni future.

I dati emergono dal Rapporto 2014 sullo spreco alimentare domestico elaborato da Waste Watcher/Knowledge for Expo, l’osservatorio sui temi dell’alimentazione, dell’agricoltura, dell’ambiente e della sostenibilità. Una indagine che, in ogni caso, rivela una lieve riduzione dello spreco di cibo: erano infatti 8,7 miliardi secondo il monitoraggio pilota di Waste Watcher dell’ottobre 2013.

Il Rapporto 2014 individua sei tipologie di consumatori che compongono il quadro complessivo dell’opinione pubblica, segmentando l’universo dei nuclei familiari:

virtuosi (22%): è il gruppo che fa del “NON SPRECO” la propria bandiera, la parte più sensibile al tema dello spreco alimentare. Per i virtuosi non c’è storia: lo spreco è immorale, oltre che un danno ambientale. Con queste motivazioni, i virtuosi riescono a sprecare veramente pochissimo

attenti (27%): sono coloro che sì sprecano poco, ma non stanno appresso alle più piccole briciole. Anche questo gruppo è caratterizzato sia dalla sensibilità ai temi ambientali che dalla valutazione morale sullo spreco ed è per lo più costituito da coppie con figli

indifferenti (10%): non ritengono che lo spreco alimentare produca dei danni e sprecano relativamente poco, meno della media delle famiglie italiane, soprattutto per una questione economica. È infatti un gruppo che ha dei redditi limitati e sostanzialmente non sprecano per contenere le spese di famiglia

incoerenti (26%): ovvero quelli che “predicano bene e razzolano male”. Questo gruppo in pratica segnala l’importanza dell’ambiente, percepisce pure il danno dello spreco e la sua immoralità, condivide i provvedimenti utili alla riduzione di questo fenomeno ma spreca

spreconi (4%): sono quelli che credono che nel loro piccolo non possono fare nulla per cambiare lo stato dei fatti e danno tutte le colpe alla “società”. Questo gruppo ha scarso interesse per l’ambiente e non ritiene che vi siano conseguenze più generali dovute allo spreco; per di più, avendo anche una media capacità economica, non vive neanche questo deterrente rispetto allo spreco alimentare domestico

incuranti (11%): spreco alimentare questo sconosciuto. Questo gruppo non ha interesse ad approfondire le conseguenze e le interdipendenze dello spreco alimentare. L’ambiente, in pratica, non è un suo problema.

Insomma, dal Rapporto tutto sommato emerge che “Non sprecare” sembra essere un nuovo comandamento che gli italiani non sottovalutano: il 63% degli intervistati desidera un’Italia vigile contro gli sprechi, prima ancora di un’Italia equa (39%), solidale (22%), tollerante (12%), sicura (42%), e in generale rispettosa dell’ambiente (47%). Ma c’è di più: l’81% degli italiani controlla se il cibo scaduto è ancora buono prima di gettarlo e il 76% porta o vorrebbe portare a casa il cibo avanzato al ristorante: il 30% degli intervistati lo fa con una certa frequenza, il 46% vorrebbe farlo ma non trova i contenitori al ristorante ed è troppo timido per chiederli.

E voi in quale categoria rientrate?

Germana Carillo

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