Sai da dove vengono i tuoi addobbi natalizi? Da questo enorme villaggio cinese, dove si sfruttano i lavoratori

In Cina esiste un gigantesco villaggio di Natale, che non ha niente di bello o divertente. Conta oltre 600 fabbriche dove si producono la maggior parte degli addobbi natalizi esportati in tutto il mondo. A che prezzo? Quello di migliaia di lavoratori sottoposti a uno sfruttamento disumano...

Ti sei mai chiesto da dove provengono tutte quelle decorazioni natalizie che abbondano nei negozi durante le festività? La maggior parte di esse proviene dalla Cina, e in particolare da Yiwu, un villaggio situato nella provincia orientale di Zhejiang. In questo posto, noto ormai come il “Villaggio di Natale” cinese.

Ogni anno, questa città – che conta oltre 600 fabbriche specializzate – esporta più di 20.000 tipi diversi di articoli natalizi in oltre 100 Paesi e regioni. Dati doganali indicano che, da gennaio a luglio, le esportazioni di prodotti natalizi di Yiwu hanno totalizzato 1,75 miliardi di yuan (circa 251 milioni di dollari), segnando un incremento dell’88,5% su base annua.

Così, Yiwu si afferma come il principale centro di distribuzione globale per prodotti natalizi, da cappellini e cerchietti a palline, fiori, alberi di Natale, sacchetti, luci e molto altro.

Ma in che modo enorme mercato che peso ambientale ha e quali sono le condizioni dei lavoratori? Ne abbiamo già parlato qualche anno fa, ma vale la pena ribadirlo: si tratta di un luogo dove le persone lavorano senza sosta, a contatto con sostanze tossiche e in alcuni casi con stipendi da fame.

Leggi anche: Il villaggio cinese dove si fabbrica il nostro inquinante Natale, sfruttando i lavoratori (FOTO)

Lo scrive anche (ma come cosa positiva) il Global Times, tabloid quotidiano cinese prodotto dal quotidiano ufficiale del Partito Comunista Cinese:

Da quando la pandemia si è stabilizzata a metà agosto, lavoriamo 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per consegnare le merci.

Le precarie condizioni di questi lavoratori, spesso migranti, sono state messe nero su bianco da un’inchiesta di The Guardian di qualche anno fa, ma probabilmente da allora niente (o troppo poco) è cambiato. Nelle immense fabbriche di Yiwu, le persone lavorano 12 ore al giorno per uno stipendio da fame e alcuni non sanno neanche cosa sia il Natale. Vivono in affollati dormitori di fabbrica e alcuni indossano mascherine, non solo per evitare il coronavirus, ma soprattutto per non respirare polveri, scarti tossici, vernici e residui di altri materiali, che si utilizzano per produrre le decorazioni.

Negli ultimi anni tra l’altro, proprio a causa del Covid, molte persone hanno perso il loro lavoro dato che le fabbriche sono state chiuse a lungo.

Consideando tutto questo, non sarebbe meglio realizzare decorazioni fai da te per le nostre case per non alimentare questo terribile sfruttamento?

Leggi anche: Decorazioni fai da te per Natale: 5 idee facilissime da realizzare e a costo (quasi) zero

Seguici su Telegram Instagram | Facebook TikTok Youtube

Fonti:  Global Times / Youtube

Leggi anche:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook