Usare contenitori riutilizzabili al supermercato è perfettamente legale, ma ora ci sono le prove che nessuno li accetta

Tre anni fa venne approvato un testo con cui l’Italia si allineò ad altri Stati europei. Era il Decreto Clima del 12 dicembre 2019, che – tra le altre cose – consente chi fa la spesa nei supermercati di “utilizzare contenitori propri purché riutilizzabili, puliti e idonei per uso alimentare”. Ma ad oggi in molte catene ancora non è possibile adottare questa pratica virtuosa

Quanti di voi sanno che al supermercato è possibile chiedere al reparto gastronomia di farsi imballare i prodotti freschi sfusi in contenitori portati da casa? E quanti, invece, si sono visti negare una simile possibilità? Proprio così: a tre anni dall’approvazione del testo con cui l’Italia si è allineata ad altri Stati, la Legge 12/12/2019 n. 1411 più nota come Decreto Clima, in molte catene ancora non è possibile adottare questa pratica.

Lo rivela la nuova video-inchiesta di Greenpeace, pubblicata in anteprima da ilfattoquotidiano.it nell’ambito della campagna “Carrelli di plastica” e realizzata da volontarie e volontari dell’organizzazione ambientalista in dieci città italiane, all’interno dei supermercati dei marchi Conad, Coop, Selex, Végé, Eurospin, Esselunga e Sogegross.

Qui i 10 punti principali del Decreto Clima del 2019.

L’inchiesta

Ad essere stati esaminati sono stati i 54 punti vendita in 10 città italiane (Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Pisa, Roma, Torino e Trieste).

Con una videocamera nascosta o smartphone, volontari e volontarie sono andati nei vari supermercati e hanno portato al banco dei prodotti freschi contenitori conformi alle disposizioni vigenti (ossia fabbricati in materiale idoneo al contatto con gli alimenti, dotati di coperchio e puliti).

Ebbene, solo in 24 (il 44,4 %) è stato possibile utilizzare il proprio contenitore portato da casa anziché i comuni imballaggi usa e getta per acquistare alimenti sfusi. Nei restanti 30 supermercati (il 55,6%) la vendita con questa modalità non è stata permessa dal personale.

Eppure, secondo la normativa, Il personale, infatti, può rifiutare l’impiego di questi imballaggi solo se ritiene che non ci siano le condizioni igieniche, ma questo – dicono – non è mai accaduto nel corso dell’indagine.

Al contrario, la nostra indagine mostra che gli operatori dei supermercati che non hanno permesso ai clienti di usare il proprio contenitore ignorano la legge, e spesso facendo riferimento ad altre problematiche come l’assenza di disposizioni, l’impossibilità di apporre lo scontrino e quindi effettuare il pagamento o la mancanza di autorizzazione a fare entrare nell’area vicina agli alimenti contenitori di provenienza non conosciuta.

Tutto ciò alla luce del fatto che una recente indagine sull’uso monouso nei supermercati italiani mostra come oggi gran parte delle aziende non abbia ancora un piano concreto per fare a meno della frazione monouso, aumentare la vendita di prodotti con sistemi di riuso e ricarica e allontanarsi da un modello di business inquinante.

Insomma, il cerchio si chiude. Sta a noi consumatori fare la differenza.

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Fonti: Greenpeace e ilfattoquotidiano.it

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