Integrali, ma solo sulla carta: l’inchiesta del Salvagente svela i “trucchi” delle etichette dei biscotti integrali

Leggere attentamente etichetta e lista degli ingredienti smaschera prodotti industriali spacciati per "salutari", come dimostra l'inchiesta condotta dalla rivista Il Salvagente

La dicitura “integrale” apposta sulle confezioni di biscotti, crackers, merendine e altri prodotti da forno è un seducente specchietto per le allodole che spinge i consumatori ad acquistare questi alimenti, perché da considerarsi più sani o più dietetici.

In realtà, dietro l’etichetta dei prodotti integrali si nasconde spesso una farina “ricostruita” (ma tollerata dalla legge italiana) – come dimostra la nuova inchiesta della rivista Il Salvagente, che ha analizzato 82 prodotti da forno industriali venduti come “integrali”.

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Cosa vuol dire integrale?

La definizione “integrale” vuol dire tutto e niente e può essere molto fuorviante per i consumatori non esperti, che si fermano agli slogan senza leggere con attenzione la lista degli ingredienti.

Sugli scaffali dei supermercati e negli spot pubblicitari in TV abbondano diciture allettanti come “100% integrale”, “ricco di fibre”, “con farina integrale” – ma cosa vogliono dire esattamente? Quanto questi prodotti sono realmente integrali e benefici per la nostra salute?

Il fatto che il prodotto sia integrale non esclude che, fra gli ingredienti, ci possano essere comunque farine raffinate o addirittura “farina ricostituita” – ossia farina di frumento (raffinata) a cui è stata aggiunta della crusca (o del cruschello).

Come spiegato dagli esperti de Il Salvagente, farina integrale e farina ricostruita non sono equivalenti, né dal punto di vista nutrizionale né in termini di contenuto di zuccheri.

La farina ricostruita, infatti, presenta un indice glicemico più alto: essa è quindi più dannosa rispetto alla farina integrale per chi soffre di diabete e magari acquista prodotti integrali immaginando che questi possano aiutarlo a tenere sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue.

Inoltre, nei processi di lavorazione che portano alla produzione di farina ricostruita viene meno il germe di grano, ricco in vitamine e sali minerali: va da sé che la farina ricostruita è molto più “povera” e meno nutriente della farina integrale autentica.

Eppure, se viene utilizzata per la produzione di moltissimi prodotti da forno industriali, la farina ricostruita qualche vantaggio lo deve avere – anche se non per la nostra salute.

Questo tipo di farina si conserva di più rispetto alla farina integrale e garantisce una lievitazione più performante; l’aggiunta di crusca o cruschello all’impasto serve solo a conferire al prodotto finale il caratteristico colore marroncino tipico dei prodotti integrali, e a confortare così il consumatore sul fatto che abbia acquistato un prodotto sano.

L’indagine de Il Salvagente

La rivista Il Salvagente ha analizzato le etichette di diversi prodotti da forno (biscotti, fette biscottate, merendine, crackers, cereali per la colazione, pane in cassetta) definiti “integrali”, per verificare quanti di questi contenessero effettivamente farina integrale e quanti farina ricostruita.

I prodotti analizzati sono stati in totale 82: si è trattato sia di prodotti di grandi marche che di prodotti discount acquistati in supermercati di catena.

In generale, i risultati sono stati deludenti: nella maggior parte dei casi, i prodotti integrali contenevano farina ricostruita unita a farine raffinate. Alcune etichette mostravano un mix fra farine integrali e farine raffinate e solo poche eccezioni mostravano una composizione 100% integrale o molto vicina ad essa.

Particolarmente interessanti sono stati i risultati che hanno riguardato le etichette di biscotti per la prima colazione (24 referenze): tra tutti quelli analizzati, i peggiori sono stati:

  • “Mulino Bianco Molinetti” con farina integrale di grano saraceno (contiene un mix di crusca e farine di vari cereali e solo il 6,3% di farina integrale di grano saraceno)
  • “Lidl Realforno” frollini con farina integrale di grano saraceno (contiene appena il 6,3% di farina integrale di grano saraceno, unita al 3,9% di crusca)
  • “Il Gran Turchese Più” frollino con farina integrale e gocce di cioccolato (non contiene autentica farina integrale ma solo cruschello).

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Fonte: Il Salvagente

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