Il lato “amaro” della Caipirinha, hai mai pensato a quanti pesticidi finiscono nel tuo cocktail?

Anche la Caipirinha contiene pesticidi, in particolare se per prepararla sono stati utilizzati lime trattati. Vi presentiamo i risultati di una nuova indagine tedesca

La Caipirinha è un cocktail nato in Brasile ma amato e diffuso in tutto il mondo. Per prepararlo sono necessari solo quattro ingredienti (cachaça, zucchero di canna, lime e ghiaccio tritato).

Il problema è che questo cocktail spesso contiene ingredienti “nascosti” e sgraditi. Parliamo dei pesticidi che arrivano all’interno della bevanda attraverso i lime.

Avevamo già parlato di questo tema in un precedente articolo in cui vi abbiamo svelato i risultati di un’indagine condotta da Greenpeace. Leggi anche: Attenzione ai lime che compri al supermercato, sono pieni di pesticidi: ecco da dove vengono i più contaminati

Stavolta a puntare il dito sui lime è l’Ufficio investigativo chimico e veterinario di Stoccarda (CVUA Stoccarda) che ha eseguito dei test sui cocktail preparati con diverse tipologie di lime:

  • da agricoltura convenzionale
  • da agricoltura convenzionale ma con la dicitura in etichetta “buccia adatta al consumo”
  • coltivati biologicamente

Per ogni campione è stato misurato il contenuto di pesticidi. Non esistono, specificano le autorità tedesche, requisiti legali su quali lime possano essere utilizzati per preparare i cocktail.

I risultati

Innanzitutto, gli esperti tedeschi spiegano che per proteggere i lime durante il trasporto e lo stoccaggio, vengono spesso trattate le bucce post-raccolta.  I tipici trattamenti includono l’uso di fungicidi come imazalil, tiabendazolo, ortofenilfenolo e pirimetanil.

Il trattamento superficiale delle bucce porta, inevitabilmente, a livelli di residui relativamente elevati. Secondo i dati del test, che ha esaminato l’intero lime con la buccia in un periodo di esame dal 2021 a metà agosto 2023, mentre i lime con buccia trattata hanno un contenuto residuo medio di 4,9 mg/kg, i lime con l’etichetta “buccia adatta al consumo” hanno un contenuto medio di residui significativamente inferiore, pari a 0,19 mg/kg.

Il contenuto medio di residui dei lime coltivati biologicamente è però ancora più basso (0,003 mg/kg).

Ma quanti pesticidi si trovano alla fine nella caipirinha realizzata con i vari tipi di lime?

Per scoprirlo, gli esperti tedeschi hanno preparato e analizzato le caipirinha con i seguenti ingredienti:

  • 6 cl di cachaça
  • 1 lime
  • 1 cucchiaio di zucchero di canna
  • ghiaccio tritato

Per l’analisi, spiegano:

lasciamo sciogliere il ghiaccio e mescoliamo nuovamente il contenuto del bicchiere. Abbiamo poi processato e analizzato il liquido e gli eventuali pezzi di polpa di lime utilizzando i metodi di lavorazione “ QuEChERS ” e “ QuPPe ” tipici delle analisi dei pesticidi. Lo scopo era quello di analizzare tutto ciò che passa attraverso una cannuccia e viene quindi consumato. È stato misurato anche il contenuto di pesticidi nel lime da cui sono state prodotte le caipirinha. Nel nostro esperimento, i lime non sono stati lavati prima della preparazione delle caipirinha.

I risultati hanno dimostrato, come c’era da aspettarsi, che i pesticidi passano dal lime alla caipirinha.

Nel caso delle caipirinha realizzate con lime con “buccia adatta al consumo”, circa l’1% dei pesticidi passa nel cocktail, se invece si utilizzano lime la cui buccia è stata trattata, si parla di circa il 25% di residui.

Nel caso dei lime con buccia trattata, si è visto che le seguenti sostanze (fungicidi e insetticidi) sono state trasferite nel cocktail a livelli maggiori di 0,01 mg/kg:

  • Acido fosfonico
  • Azossistrobina
  • Fludioxonil
  • Imidacloprid
  • Tiabendazolo
  • Imazalil

E cosa dire dei lime biologici? Nei due campioni di lime coltivati ​​biologicamente non sono stati misurati livelli rilevabili di pesticidi né nel frutto in sé né nella caipirinha che è stata preparata utilizzandoli.

caipirinha lime pesticidi

@cvuas

Come capire se la buccia del lime è stata trattata

Anche in questo caso il consiglio è leggere le etichette.

Se il principio attivo tiabendazolo viene utilizzato per la conservazione, sulla confezione o su un’etichetta attaccata alla merce deve figurare la dicitura “conservato con tiabendazolo”. Tuttavia, se per trattare la superficie della buccia vengono utilizzati altri principi attivi, la dichiarazione delle sostanze è obbligatoria solo per limoni, arance e mandarini.

Per i lime le informazioni possono essere fornite su base volontaria.

Se la buccia non viene trattata dopo la raccolta, ciò viene solitamente indicato dalla dicitura “buccia idonea al consumo, “buccia edibile” o “buccia non trattata dopo la raccolta”. Se viene riportata la dicitura “non trattato”, non sono ammessi né il trattamento post-raccolta né l’uso di prodotti fitosanitari prima della raccolta.

Il trattamento superficiale degli agrumi generalmente non è consentito nell’agricoltura biologica.

Oltre ai fungicidi, per trattare la superficie degli agrumi viene utilizzata anche la cera (ad esempio la cera d’api). Questo deve essere segnalato con la dicitura “cerato” per tutti gli agrumi. Lo strato di cera protegge gli agrumi dalla perdita d’acqua e quindi dalla disidratazione. Gli agrumi cerati hanno la buccia lucida.

Considerate che cera e fungicidi vengono per lo più utilizzati insieme per il trattamento superficiale degli agrumi.

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Fonte: CVUA Stoccarda 

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