L’Alta Moda deve ripulirsi: guanto di sfida a 25 grandi griffe

La moda è tossica. Greenpeace ribadisce nuovamente tale concetto sfidando le maggiori case produttrici di abbigliamento d’alta moda a ripulirsi attraverso una nuova iniziativa lanciata a livello internazionale e denominata “The Fashion Duel”. La sfida viene lanciata oggi, venerdì 8 febbraio, attraverso la pubblicazione di un video che vede come protagonista Valeria Golino.

La moda è tossica. Greenpeace ribadisce nuovamente tale concetto sfidando le maggiori case produttrici di abbigliamento d’alta moda a ripulirsi attraverso una nuova iniziativa lanciata a livello internazionale e denominata “The Fashion Duel”. La sfida viene lanciata oggi, venerdì 8 febbraio 2013, attraverso la pubblicazione di un video che vede come protagonista Valeria Golino.

Il video, diretto da Anna Negri, è teso a porre in luce in maniera evidente il problema dell’ingente quantità di sostanze tossiche ed inquinanti impiegate da parte dell’industria della moda nelle operazioni di tinteggiatura di abiti e tessuti. A ciò si accompagna la deforestazione dei polmoni verdi del pianeta, al fine di ottenere i materiali necessari per la realizzazione di packaging accattivante, a cui abiti ed accessori vengono abbinati.

La campagna vede come proprio simbolo un guanto di colore verde. Si tratta di un “guanto di sfida”, che è già stato concretamente recapitato presso quindici case di moda italiane e francesi, accompagnato da un questionario composto da venticinque domande, riguardanti tre temi ambientali salienti, con particolare riferimento alle politiche per gli acquisti della pelle, della carta per il packaging e la produzione tessile, al fine di scoprire quali siano le azioni compiute da parte dell’alta moda per evitare che i suoi prodotti non siano responsabili della deforestazione e dell’inquinamento delle risorse idriche del Pianeta.

In base alle risposte ottenute dalle aziende di moda, Greenpeace sta provvedendo a stilare una classifica, per comprendere se vi siano impegni concreti volti alla salvaguardia del pianeta. Le aziende sono stata valutate in base alla trasparenza delle filiere produttive, alle politiche ambientali in atto ed alla disponibilità ad un impegno serio per dire no alla deforestazione e all’inquinamento.

La classifica completa stilata da parte di Greenpeace è consultabile attraverso il sito web dedicato alla campagna “The Fashion Duel”. Greenpeace segnala come al momento numerose case di moda non si siano ancora occupate di rispondere al questionario loro inviato. Tra di esse troviamo Dolce&Gabbana, Chanel, Hermès, Prada, Alberta Ferretti e Trussardi.

La campagna, nelle prossime settimane, verrà estesa da parte di Greenpeace a tutti gli altri marchi di alta moda, al fine di ottenere un loro impegno nel proteggere le foreste, fermando la deforestazione, e nell’evitare l’impiego di sostanze tossiche ed inquinanti nella produzione di capi d’abbigliamento. Il video relativo alla campagna, intitolato “Let’s Clean Up Fashion”:

Lancia anche tu un guanto di sfida chiedendo alla moda di ripulirsi. Come? Vai sul sito della campagna http://it.thefashionduel.com/ per scoprire anche la classifica live, ovvero le case d’alta moda che stanno via via rispondendo al questionario:

griffe

Marta Albè

LEGGI anche:

La moda e’ tossica: Zara, Armani e Benetton tra i 20 marchi sotto accusa

Salvati la Pelle: il blitz di Greenpeace contro l’industria conciaria (foto)

Allarme Greenpeace: sostanze tossiche nei capi firmati

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook