Prendersi una vacanza aumenta le probabilità di ottenere un aumento di stipendio o una promozione

Una ricerca rivela che prendersi una vacanza ogni tanto può aumentare la probabilità di ottenere un aumento di stipendio o una promozione

Troppe persone limitano la loro felicità ed il loro successo, sostenendo che prendersi delle pause dal lavoro manderebbe un messaggio negative ai loro capi e rallenterebbe il loro avanzamento di carriera. Ma una ricerca dice invece l’esatto opposto. Prendersi una vacanza ogni tanto può invece aumentare la probabilità di ottenere un aumento di stipendio o una promozione.

Chi dice che concedersi una meritata pausa dal lavoro dia una brutta impressione al proprio capo? L’associazione U.S. Travel ha lanciato negli scorsi anni il progetto ‘Time Off’ per dimostrare i benefici sociali, economici e personali di prendersi un po’ di meritato riposo ogni tanto. Lo scopo di questa iniziativa è cambiare la mentalità tradizionalmente legata all’idea di vacanza: troppo spesso, infatti, dedicare del tempo a sé viene considerata un’attività frivola, inutile – e invece si rivela fondamentale per rafforzare le relazioni familiari e di coppia e per migliorare la qualità della propria salute.

I giorni di ferie non utilizzati si trasformano in decine di americani affaccendati, stressati, infelici e meno produttivi, sia a casa che sul lavoro – sostiene Roger Dow, presidente della U.S. Travel. – Cambiare mentalità e comportamento nella nostra cultura oberata non è solo una benedizione per la nostra società, ma anche per noi stessi.

(Leggi: Settimana lavorativa di 4 giorni: gli strepitosi risultati dell’esperimento di un’azienda della Nuova Zelanda)

Ecco invece una lista di ottimi motivi per cui prendersi una vacanza fa bene anche al lavoro:

  1. Aumenta le chance di promozione o aumento di stipendio. Secondo ‘Time Off’, le persone che consumano tutti i giorni di ferie a loro disposizione hanno il 6,5% di possibilità in più di ottenere una promozione rispetto a chi lascia inutilizzati 11 o più giorni di ferie pagate. Questa percentuale potrebbe sembrare piccola, ma conferma comunque che consumare tutte le ferie non è un impedimento alla promozione – anzi, il contrario.
  2. Un cervello positivo e coinvolto fa bene all’azienda. Pensare positivo incrementa del 31% la produttività e del 37% le vendite in un’azienda, perché il più grande vantaggio nell’economia moderna è rappresentato da un mindset ottimista e positivo. Per essere al meglio sul lavoro, il cervello necessita di periodiche pause per recuperare energia fresca e creativa.
  3. Il capo vedrà che sei più produttivo. Secondo alcuni studi, i capi associano la felicità personale dei dipendenti con la loro produttività. Infatti, ben il 31% dei datori di lavoro invoglia i dipendenti a sfruttare tutte le loro ferie perché queste contribuiscono alla loro felicità personale. E la felicità è connessa a maggiori produttività e spirito collaborativo.
  4. Non prendersi del tempo libero corrisponde a una diminuzione della paga. Se sei un impiegato salariato e le ferie fanno parte del tuo contratto di lavoro, essenzialmente stai abbassando il tuo stipendio lavorando quando sei pagato per stare a casa. Molti lavoratori obiettano che non possono prendersi le ferie in quanto hanno troppo lavoro da svolgere in ufficio. Si pensi allora questo: che tu ti prenda o meno una vacanza, ci sarà sempre una montagna di lavoro ad aspettarti in ufficio – in altre parole la vita è finita, il lavoro è infinito.

Ci sono numerose imprese che apprezzano i benefici derivanti dal fatto che i loro dipendenti godano delle proprie ferie (pagate) – sostiene il Managing Director del progetto ‘Time Off’, Gary Oster. – Ma i più grandi beneficiari sono i lavoratori stessi, che godranno di legami più forti con i loro familiari, di maggiore soddisfazione sul posto di lavoro e di migliori condizioni di salute personale come risultati di un periodo lontano dall’ufficio.

Fonte: Harvard Business Review / U.S. Travel

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