La crociata dei bambini, la nuova canzone di Vinicio Capossela ci ricorda come siano i più piccoli le vere vittime di ogni guerra

Esce oggi La crociata dei bambini, brano di Vinicio Capossela in cui il cantautore racconta la guerra vissuta dagli occhi di un gruppo di bambini innocenti e rimasti soli.

Esattamente un anno fa scoppiava la guerra in Ucraina, un orrore assurdo e immotivato che continua senza fine da 365 giorni. Vinicio Capossela, cantautore e polistrumentista mai banale e dai testi sempre impegnati, ha voluto ricordare questa triste ricorrenza a modo suo: con una canzone. Lo ha fatto con il nuovo singolo La crociata dei bambini, una ballata il cui titolo è ispirato al poema di Bertold Brecht La crociata dei ragazzi, scritto in un anno più che mai esplicativo, il 1942.

Allora il drammaturgo tedesco raccontava di un evento storico di epoca medievale ambientandolo fra le nevi della Polonia all’inizio della Seconda Guerra Mondiale per far vedere il conflitto bellico da un altro punto di vista, quello delle vittime più innocenti.

Protagonista era un gruppo di ragazzi di diverse nazionalità che attraversava le macerie di una terra in rovina nella vana ricerca della pace. A distanza di 71 anni, Capossela riprende questo filone e lo ambienta ai giorni nostri, in uno scenario che potrebbe però ben adattarsi a qualsiasi conflitto.

Di cosa parla La crociata dei bambini

Fin dalle prime battute si entra nell’orrore di quello che stanno vivendo i più piccoli. I bambini de La crociata dei bambini sono infatti descritti come gli unici “scampati alle bombe ed ai soldati, che tentano di lasciarsi alle spalle – e soprattutto togliersi dagli occhi – questa guerra disumana.

C’è una bambina di 11 anni che si improvvisa mamma di un’altra ancora più piccola, con i suoi 4 anni, perché i genitori di entrambi non ci sono più. Non hanno nulla da mettere sotto i denti, ma hanno “Fede e Speranza”. Questa però non basta loro perché la neve, il freddo e il loro vagare senza meta – scopriremo poco dopo – non lascia loro scampo.

Con loro c’era infatti un cane, trovato da un contadino con un cartello con scritto “qualcuno ci aiuti, abbiam perso la strada, seguite il cane e, vi prego, non gli sparate”. Della mano responsabile di quella scritta, però, nessuna traccia. Nonostante sia passato ormai un anno, nessuno ha mai trovato i bambini e nel frattempo il cane è “restato a morire di fame”. Ma non solo il quattro zampe è preda di questa situazione. Emblematiche sono infatti le ultime parole con cui si conclude il brano: “il cane soltanto è restato e si muore di fame”.

I bambini che vogliono “fuggire dagli occhi la guerra

Un colpo al cuore il verso “volevano fuggire dagli occhi la guerra”. Immagini che tanti, troppi bambini in Ucraina e in tutto il mondo non dimenticheranno mai, anche se il loro futuro dovesse essere migliore rispetto a quello descritto in questa struggente canzone. Bambini che scappano soli e affamati senza più una famiglia, senza più una casa e spesso senza nemmeno un paese – e un Paese – dove tornare.

Capossela vuole ricordare, a chi ancora sostiene che qualsiasi guerra sia giusta, cosa rappresenta un conflitto per chi tutto questo non l’ha voluto e non ha avuto modo di scegliere se viverlo o meno: i bambini, i più piccoli e i più innocenti e le vere vittime di tutto questo odio e questa sete di potere.

Il testo de La crociata dei bambini:

Partirono all’alba

in crociata i bambini

Le facce gelate, chi li troverà?

Partirono in fila,

Sepolti di neve

I soli scampati alle bombe

ed ai soldati

 

Volevan fuggire dagli occhi la guerra,

volevan fuggirla per cielo e per terra

un piccolo capo, la pena nel cuore,

provava a guidarli

e la strada

non sapeva trovare.

 

Una bambina di undici,

ad una di quattro, come una mamma

portava per mano

ed un piccolo musico, col suo tamburo,

batteva sordo, al timore

di farsi trovare

 

E poi c’era un cane, ma morto di fame

che per compassione nessuno ammazzò,

e si faceva scuola

tutti alla pari

sillabavan maestri e scolari

 

C’era Fede e Speranza

ma né pane, né carne

non chiamate ladro chi deve rubare,

per dare alle bocche, di cosa mangiare

farina ci vuole

e non solo bontà

 

Si persero in tondo, nel freddo di neve

nessuno più vivi li poté trovare,

soltanto il cielo, li vede vagare

nel cerchio

dei senza meta

dei senza patria

 

E cercano insieme una terra di pace

non come quella che hanno lasciato,

senza fuoco e rovina di Colosseo

ed immenso dietro di loro…

diventa il corteo

 

Il cane nel bosco

fu trovato una sera

al collo portava un cartello con scritto:

qualcuno ci aiuti, abbiam perso la strada

seguite il cane,

e vi prego,

non gli sparate

 

La scritta infantile, trovò un contadino

ma non la mano che la tracciò

un anno è passato, e nessuno è venuto

il cane soltanto è restato

a morire di fame

 

Il cane soltanto è restato

e si muore di fame

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