Il potere della musica: Rosy Velasco, cantante dei Bandiera Gialla, fa risuonare “Romagna Mia” nelle strade piene di fango

Una canzone diventata un inno di questi momenti difficili: Romagna Mia non smette di risuonare, accompagnando il lavoro dei tanti volontari arrivati ad aiutare l’Emilia Romagna

L’Emilia Romagna, si sa, è la patria dei musicisti, degli artisti, dei cantanti che hanno fatto grande il nostro Paese. Solo per citarne alcuni abbiamo Laura Pausini, cresciuta a Solarolo (Ravenna), Ligabue, nativo di Correggio (Reggio Emilia), Nek nato a Sassuolo. O ancora Cesare Cremonini (bolognese), Gianni Morandi (di Monghidoro), Samuele Bersani e la sua Rimini, Vasco Rossi di Zocca (Modena).

Tutti interpreti della nostra Musica, che hanno dato vita a canzoni che abbiamo cantato a squarciagola, ballato e sentito nostre come se fossero state scritte per noi. Ma c’è un brano in particolare che sta risuonando in queste ore. È Romagna Mia, scritta da Secondo Casadei.

Romagna Mia risuona ovunque, nelle strade piene di fango

Un testo che tutti noi conosciamo anche se siamo cresciuti a centinaia di chilometri dalla riviera. Un ritmo di valzer cantato e inciso da moltissimi artisti e da un altro simbolo della Romagna: il nipote Raoul Casadei.

Ora però è diventata una sorta di inno, che accompagna i tanti giovani e non solo venuti da tutta Italia per dare una mano, per spalare il fango e cercare di riportare un po’ di normalità ad un popolo così martoriato.

Sono diventati virali i ragazzi che la cantavano indomiti, a rendere omaggio alla propria terra – e a quella di chi stavano aiutando – e per darsi forza l’uno con l’altro. E come una sorta di reazione a catena, in tanti sui social l’hanno interpretata, da Gianni Morandi a Gianna Nannini.

 

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L’iniziativa di Rosy Velasco, cantante dei Bandiera Gialla

Tra i “meno noti” in particolare ci ha colpito Rosy Velasco, la cantante dei Bandiera Gialla, una band del posto. Anche loro sono rimasti colpiti dall’alluvione e si sono ritrovati a dover fare i conti con quanto successo e sono scesi in strada “armati” di scopa e badile.

Poi però hanno voluto fare di più: far risuonare la loro musica, per dare speranza e per unire i tanti che sotto il loro balcone si sono dati appuntamento per cercare di liberare le strade del fango. A raccontarlo sono stati loro stessi sui social, postando un video che ritraeva tutti i presenti prendersi qualche minuto di pausa, per strappare un sorriso e riempire il cuore.

Hanno spiegato come l’alluvione abbia portato via tutti i loro strumenti, ma dal balcone del loro ufficio – appena è tornata la corrente – hanno voluto attaccare una cassa e cantare per (e con) i volontari che li hanno aiutati per ore ed ore. Il risultato potete ammirarlo qui sotto, nel potere di qualcosa che solo la musica può fare.

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