Il primo laureato non vedente in Informatica dell’Università di Parma (con la sua tesi aiuterà altri studenti con deficit visivi)

Kledian Leka si è laureato con 110 e lode in Informatica con una tesi che aiuterà chi come lui è non vedente ad affrontare il percorso accademico con minori difficoltà

La storia di Kledian Leka rappresenta un vero esempio di determinazione e perseveranza. Ha affrontato con coraggio e impegno il percorso universitario presso la facoltà di Informatica dell’Università di Parma, diventando il primo laureato non vedente della sua facoltà.

Il traguardo di Kledian non si limita al brillante risultato ottenuto con una tesi da 110 e lode, ma si estende alla sua volontà di rendere accessibile l’istruzione informatica anche per altri studenti con deficit visivi.

La sua tesi, intitolata “Didattica dell’informatica. Strategie e strumenti per l’accessibilità inclusiva agli studenti con disabilità visiva”, si propone come un vademecum per aiutare chi come lui si trova ad affrontare le sfide dell’apprendimento in un contesto non convenzionale.

Ha tradotto e convertito i braille i documenti su cui studiare

Attraverso un questionario rivolto ad altri studenti non vedenti, Kledian ha raccolto proposte e segnalato gli ostacoli incontrati nel loro percorso di studio, integrando le risposte nella sua tesi. Questo approccio partecipativo e inclusivo testimonia la sua dedizione a migliorare l’esperienza accademica di tutti coloro che si trovano nella sua stessa situazione.

La sua tesi è così diventata un vademecum per aiutare ragazzi con deficit visivi completi o parziali. Dato che non esisteva materiale didattico per studenti con disabilità visiva, ha tradotto e convertito i braille tutti i documenti tradizionali sui quali studiare, in modo che fossero leggibili per tutti.

Oltre alla sua eccellenza accademica, Kledian ha dimostrato una straordinaria versatilità e una grande passione per l’informatica. Non vedente dall’età dii 11 anni a causa di un incidente, negli ultimi anni è destreggiato tra mille impegni tra cui un lavoro come programmatore per una multinazionale, la collaborazione con il Museo del Bijou di Casalmaggiore per creare percorsi tattili.

Inoltre è anche coach di atleti con disabilità della vista dopo aver praticato per due anni atletica a livello agonistico. In più ha un blog suo blog, intitolato “La chiave dell’accessibilità”, un ulteriore strumento attraverso il quale condivide la sua esperienza e offre supporto a chiunque si trovi ad affrontare sfide simili alle sue. Insomma, Kledia incarna alla perfezione il principio che non esistono limiti invalicabili quando si ha la volontà di perseguire i propri sogni e si è disposti a lottare per realizzarli.

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