Francesca Corrado ha fondato la prima scuola di fallimento in Italia con l’obiettivo di cambiare la mentalità che ci porta a demonizzare i fallimenti
Chi l’ha detto che nella vita i fallimenti siano deleteri? Francesca Corrado non la pensa certo così, dato che è la fondatrice della prima Scuola di Fallimento in Italia con sede a Modena. Ha avviato questo progetto nel 2017 con l’obiettivo di affrontare la paura del fallimento e promuovere una cultura che accetti e impari dagli errori.
La sua iniziativa è nata dopo aver posto una domanda su un corso per gestire la paura del fallimento, rilevando le reazioni contrastanti delle persone, che riflettono ancora oggi lo stigma associato a questa parola. Del resto fino a quando si ha successo piovono complimenti, ma basta un piccolo errore per finire nella gogna, soprattutto al giorno d’oggi.
La Scuola di Fallimento è nata anche da esperienze personali difficili della Corrado, che ha affrontato momenti critici nella sua vita prima di avviare questo progetto: era il 2017 e nel giro di poco tempo si era sciolta la startup di cui era vicepresidente, la relazione con il fidanzato era finita, non le era stato rinnovato il contratto di docente universitaria ed era senza casa. In più i genitori avevano avuto problemi di salute, ma nonostante questo ha voluto “lanciarsi”.
La scuola offre corsi rivolti a diverse platee
Poi pian piano la scuola è decollata, aumentando i partner e le collaborazioni. Ora offre corsi rivolti a diverse platee, dalle scuole alle università, alle imprese e ai giovani Neet o a rischio dispersione scolastica, mirando a stimolare un cambio culturale e costruire una sana cultura del fallimento.
Tutto questo perché non è vero che “si impara dagli errori”: ciò richiede l’accettazione dell’errore, l’analisi oggettiva e senza coinvolgimenti e l’utilizzo di questo errore come punto di partenza per migliorare. La fondatrice con il suo progetto vuole sottolineare l’importanza di iniziare fin da giovani a comprendere il ruolo degli errori nella crescita e nell’apprendimento.
Per questo invita famiglie, datori di lavoro ed educatori a contribuire a cambiare la mentalità, evitando di demonizzare gli errori e incoraggiando la consapevolezza che è possibile migliorare. Anche perché sembra che l’età in cui sbagliare non è più ammesso si stia abbassando sempre più, fin dalle elementari.
Tra gli obiettivi futuri della Scuola di Fallimento vi è l’ampliamento dell’offerta, sia online che in presenza, con spazi più ampi, e la continuazione del lavoro con i bambini per far comprendere sin da piccoli il significato dell’errore senza demonizzarlo, ma spronandoli a riprovare e migliorare.
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Fonte: Scuola di Fallimento
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